mercoledì 29 dicembre 2010

A PROPOSITO DI SAVIANO

Il camerata Saviano offende studenti e precari; l’ex eroe del popolino diventa terrorista mediatico e pedina del potere

Con la sua lettera aperta su Repubblica, Roberto Saviano getta la maschera e si qualifica apertamente per quello che è: un camerata che sta dalla parte del potere e dell’apparato repressivo.

Formatosi intellettualmente sui testi di Céline, Pound e Evola, Saviano non perde occasione per vomitare odio e violenza verbale su tutto ciò che “si muove” al di fuori del mondo ovattato e radical-chic che vorrebbe artificiosamente creare insieme ad altri “pompieri” della suo specie.

Col suo infelice intervento l’ex eroe del popolino si pone oggettivamente dalla parte del Palazzo, dei manganelli, del Law&Order, della repressione; offende migliaia di studenti e precari chiamandoli imbecilli e idioti; denigra i ragazzi che indossano il casco e si coprono il volto (forse non sa cosa si prova a farsi spaccare la testa da una manganellata, e forse non sa che i lacrimogeni in dotazione ai suoi amici sono altamente tossici); si fa portavoce del governo e terrorista mediatico quando evoca la scenetta pietosa del manifestante che torna dalla mamma pieno di sangue; si dimostra pennivendolo della peggior specie quando si inventa i fischi del resto dei manifestanti contro chi si sta scontrando (è invece vero il contrario).

Saviano forse non si è accorto (o meglio, fa finta di non sapere) che sono mesi che gli studenti, i precari e gli operai manifestano fin troppo pacificamente, occupano scuole e fabbriche, salgono sui tetti con 5 gradi sottozero, si prendono denunce su denunce nel silenzio totale del signorino Saviano e dei suoi colleghi di penna.

Saviano vorrebbe che stessimo tutti buoni fermi e muti a leggere il suo bel librettino sulla Camorra (di cui ovviamente lo ringraziamo) e ad ascoltare le sue banalità sul rispetto della legalità borghese (da parte dei poveracci, mica dei padroni e della casta politica) mentre, con la sua complicità isterica, padroni e politici corrotti e analfabeti ci bruciano il futuro e ci impediscono di vivere con dignità il presente.

Saviano dovrebbe guardare oltre la sua scorta e rendersi conto che al di fuori del suo mondo, in fabbrica, a scuola e per strada, la realtà è ben altra di quella che vede lui dal suo piedistallo intellettuale. E’ questo il problema, che Saviano non sa di cosa parla eppure puntualmente straparla, come quando, ospite dei boia israeliani, ne elogiò la politica di guerra anti-palestinese, facendo finta di non sapere cosa accadeva e accade a Gaza.

Ci sarebbe piaciuto vedere così tanto odio e violenza verso qualcun altro, magari in quelle 3 o 4 serate di cabaret da Fazio, ma sarebbe stato come chiedere a un cane di leggere Dante.

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