mercoledì 31 agosto 2011

COMUNICATO STAMPA LOCALE SULLO SCIOPERO GENERALE DEL 6 SETTEMBRE


"Il Pcl aderisce e sostiene lo sciopero generale del 6 Settembre. Occorre però fare di più e lavorare per uno sciopero generale ad oltranza fino al ritiro della manovra."

Lo sciopero generale di 8 ore, indetto dalla CGIL e dai sindacati di base per martedì 6 settembre, checché ne dicano i massimi esponenti del governo e dei sindacati padronali, è giusto e sacrosanto.

La manovra finanziaria messa appunto da Tremonti, e adesso in senato per le ultime modifiche, rappresenta uno dei maggiori attacchi al mondo del lavoro, ai redditi e alla famiglie dal dopoguerra ad oggi.

Libertà di licenziamento, dissoluzione definitiva del CCNL, 1 Maggio e 25 Aprile soppressi per aumentare la produttività, reintroduzione dei ticket sanitari, tagli mortali alla sanità e agli enti locali costituiscono l'oggetto di questo attacco ai lavoratori, precari e pensionati da parte del governo reazionario e dei banchieri.

martedì 30 agosto 2011

BASTA MORTI SUL LAVORO!



"Castelfiorentino entra oggi nella cronaca nera, quella dei caduti sul lavoro. Alla famiglia di Ndoc Gomila va tutto il nostro cordoglio. 

La tragedia avvenuta ieri mattina, 29 Settembre, è paradigmatica nell'Italia di oggi, nella quale la Valdelsa, e la Toscana in generale, non sono isole felici. Ndoc, cittadino albanese da poco trasferitosi a Castelfiorentino alla ricerca di un lavoro onesto, é caduto dal tetto sul quale stava effettuando delle riparazioni. Ndoc aveva tre figli da mantenere, era stato assunto a nero e non era stato regolarizzato; i "giornali" già strillavano della morte di un altro "irregolare". Ci teniamo a dire che qui, come in tutta Italia, di veramente irregolare c'é soltanto il fatto che si continui ad assumere a nero, e soprattutto che si continui a chiamare ditte per svolgere dei lavori senza assicurarsi della regolarità dei contratti né se i lavoratori prendono le dovute precauzioni di sicurezza. Il "datore di lavoro" di Ndoc, anch'esso un migrante, é tutt'ora in arresto, ma chi ha fornito il lavoro sembra non subirà nessuna conseguenza. 

Questo é paradigmatico della situazione attuale, in cui prima della sicurezza, si pensa al risparmio. In ogni appalto, pubblico o privato che sia. Questo rispecchia un modo di pensare e di agire errato, in cui si mettono all'ultimo posto i diritti dei lavoratori; anche nel caso degli stranieri, é bene ricordare che essi si trovano discriminati soprattutto in quanto sono minori i loro diritti come lavoratori, a causa di un intricato sistema di leggi. 

Cittadini, lavoratori, piccoli imprenditori, tutti in balia di uno Stato che non fa piú lo Stato, di un'economia che non pianifica lo sviluppo ma lo sfruttamento umano. Sulle classi lavoratrici (italiane o di origine straniera, non fa differenza) il governo e i padroni (appoggiati dal PD e dai sindacati "amici", direttamente o indirettamente) fanno ricadere il peso di una crisi economica causata dai padroni stessi. 

Non é possibile tornare sull'argomento della sicurezza sul lavoro e della precarietà solo dopo che le classi subalterne hanno pagato con un'altra vittima. A queste tragedie si aggiungono quelle giornaliere dei licenziamenti, della disoccupazione e della vita precaria. 

Come lavoratori di Castelfiorentino diciamo che è l'ora di finirla con chi si riempie la bocca con la "sicurezza" e i "diritti", mentre normalmente agisce per favorire ogni giorno le pratiche del lavoro nero e dello sfruttamento. Diciamo anche basta allo sciacallaggio di chi usa queste tragedie per farne propaganda razzista e xenofoba".

Pcl Castelfiorentino - Prc Castelfiorentino

giovedì 25 agosto 2011

LO SCIOPERO GENERALE DEVE ESSERE VERO: TRASFORMARE L'INDIGNAZIONE POPOLARE IN RIVOLTA SOCIALE


Lo sciopero generale convocato dalla CGIL per il 6 Settembre è la registrazione del fallimento degli accordi impresentabili realizzati da Susanna Camusso con Confindustria, banchieri, CISL,UIL ( 28 giugno e 4 Agosto). Accordi vergognosi, dettati unicamente dall'ansia di un rientro nella partita della concertazione con le classi dominanti in vista di un ricambio politico di governo; accordi il cui unico ruolo è stato quello di spianare la strada al governo Berlusconi per un attacco frontale al mondo del lavoro e l'umiliazione della stessa CGIL. 

Quanto è avvenuto non può essere certo “sanato” con la convocazione dello sciopero generale, tanto più in assenza di ogni bilancio e revisione di linea. Per questo i compagni del PCL in CGIL daranno battaglia per le dimissioni dell'attuale Segretaria nazionale e la convocazione di un congresso straordinario della Confederazione. 

Naturalmente lo sciopero generale del 6 Settembre -attaccato da governo, Confindustria e PD- vedrà la piena partecipazione e sostegno del PCL. Ma tanto più oggi la proclamazione dello sciopero da parte della CGIL non può ridursi ad un atto rituale per salvare la faccia alla burocrazia confederale e le sorti della sua Segreteria. 

Lo sciopero del 6 Settembre dev'essere uno sciopero vero.

venerdì 19 agosto 2011

IL PCL SOTTO MONTECITORIO CONTRO LA MANOVRA

PRESIDIO 2

Siamo di fronte alla più pesante manovra antipopolare del dopoguerra. L'ipocrita cortina fumogena di micromisure “anticasta”- che peraltro risparmiano totalmente i privilegi veri dei piani alti istituzionali- serve solo a mascherare il contenuto reale dell'operazione: la distruzione dei servizi sociali sul territorio, la svendita di ciò che rimane del patrimonio pubblico, gravissimi colpi su tredicesime ed età pensionabile, e soprattutto l'estensione per legge del modello Pomigliano-Mirafiori, sino alla “libera” derogabilità dello stesso articolo 18.

 Il tutto per soddisfare i banchieri ed ingraziarsi la Fiat. E' nel suo insieme un infamia sociale. Ma se il governo più screditato e traballante riesce a varare la rapina del secolo, lo si deve unicamente alla complicità delle “opposizioni”( PD,UDC,IDV). Che dopo aver consentito in tre giorni il varo della prima manovra, consentono oggi “responsabilmente” il suo raddoppio : coprendo dietro una rosa di “emendamenti” la rinuncia ad ogni ostruzionismo parlamentare. Berlusconi non a caso ringrazia: se non mette la fiducia sulla manovra è perchè ha più fiducia nelle “opposizioni” che nella sua maggioranza. 

 A sinistra è l'ora delle scelte. Lo sciopero generale a settembre è la prima necessità. 

Ma deve essere uno sciopero generale vero, continuativo, capace di bloccare l'Italia, sino al ritiro della manovra. Dichiarazioni di dissenso e pure denunce non servono a nulla. Ad una offensiva mai vista prima deve corrispondere una risposta di massa straordinaria. Se la CGIL non convocherà uno sciopero vero per non rompere la vergognosa cordata con industriali , banchieri e PD, dovranno essere la FIOM, la sinistra CGIL e tutto il sindacalismo di base ad assumersi unitariamente la responsabilità di promuoverlo. Senza incertezze. 

L'ora dei minuetti è finita per tutti.

DISCORSO DI MARCO FERRANDO AGLI OPERAI IRIBUS

sabato 6 agosto 2011

BLOCCHIAMO L 'ITALIA!


Utilizzando la vergognosa sudditanza della CGIL verso industria e banche, il governo trova la forza di una dichiarazione di guerra alla maggioranza della società italiana. Venti miliardi di tagli sociali, liberalizzazione dei licenziamenti, privatizzazione di beni e servizi, revisione liberista della Costituzione, significano esattamente questo. Il fatto che ciò avvenga per mano di un governo del malaffare, per di più sconfessato dal voto popolare, misura l'enormità della provocazione ; ma anche la connivenza “tricolore” delle “opposizioni” parlamentari: che per conto dei banchieri italiani ed europei avevano richiesto pubblicamente, non a caso, una manovra “più rigorosa”. 

Questa valanga non può essere arrestata con mezzi ordinari, ma solo da una straordinaria mobilitazione di massa che blocchi l'Italia sino al ritiro della manovra. Tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento hanno il dovere di realizzare il più ampio fronte unico di lotta contro il governo e l'intero fronte confindustriale, puntando apertamente alla sollevazione popolare: l'unico evento che possa cambiare alla radice l'agenda politica italiana. Fuori da questo scenario, il movimento operaio rischia un'autentica regressione storica della propria condizione.