giovedì 27 dicembre 2012

CAMBIARE SI PUO': AL VIA IL SONDAGGIO PER SCEGLIERE IL SIMBOLO DELLA LISTA UNITARIA.


















Non ci sarà la falce e martello, questo è sicuro, nel simbolo della lista unitaria di " Cambiare si può", lista che racchiude i vari magistrati Ingroia, Demagistris e gli ex-comuisti Ferrero e Diliberto. Quello che non è sicuro, ancora, è la grafica del nuovo simbolo. Noi del PCL siamo in grado di mostrarvi in anteprima la rosa di proposte sulle quali la commissione centrale sarà chiamata a decidere. 

La parola quindi ai militanti e agli iscritti di base ( in particolare a quelli del PRC e del PDCI) i quali potranno votare ed esprimersi ( una volta per tutte ) su quale simbolo sia quello più accattivante.

SI VOTA NELLA COLONNA DESTRA DEL BLOG CONTRASSEGNANDO IL SIMBOLO CHE PIU' TI PIACE!

venerdì 21 dicembre 2012

IN RISPOSTA A BEPPE GRILLO:


"I fascisti sono roba del 900... In Italia, nel '45, i fascisti li hanno messi a testa in giù appesi come maiali. Dovremmo continuare a farlo anche oggi!"

In risposta alle affermazioni di Grillo rilasciate ieri durante un comizio:

"I sindacati sono roba dell'800, non ne abbiamo più bisogno. Dobbiamo fare come gli Stati Uniti." "Negli Usa agli immigrati prendono le impronte digitali ai piedi, alle mani e fanno lo scan dell pupilla. Dovremmo farlo anche noi"





IL ROSSO E'DIVENTATO GIALLO... ANZI NO, ARANCIONE!


Come si ottiene, in pittura il colore arancione? Semplicemente aggiungendo ad una base gialla un poco di rosso. Cosi come in pittura, questo processo vale anche in politica. Si prenda una base liberista ( il giallo notoriamente rappresenta il liberismo e il capitale) vi si aggiunga un po' di rosso ( il colore del socialismo) e si otterrà, politicamente, un bell'arancione!!

La costituzione del movimento arancione, o per meglio dire della lista arancione, che vede l'aggregazione del PRC-Sc-Pdci con le forze populiste e reazionarie di Dipietro e De Magistris, va al di là del semplice “scolorimento” fisiologico del blocco storico della sinistra radicale ( rosso sbiadito) o riformista. Questa operazione, che per molti potrà sembrare solo l'ultimo disperato tentativo degli ex ministri Diliberto e Ferrero di rientrare nell'orgia del parlamento borghese, segna invece il definitivo abbandono, da parte di questi ultimi, degli ideali socialisti e comunisti e l'adozione di fatto del pensiero economico neo-kenesiano e capitalista.

Fa quasi specie sentire Ferrero parlare in tv di necessari New Deal, o sentire Diliberto che ci invita a votare alle primarie per Bersani detto anche il “liberalizzatore”... Fa specie vedere questi due residuati bellici sottoscrivere appelli e punti programmatici inneggianti al libero mercato, alla protezione delle aziende e altre nefandezze. Ma quello che fa più specie e non sentire nessuna protesta uscire dalla fila dei militanti di base di queste organizzazioni. Nessuno che si ribelli a questa deriva. Nessuno che non sia disposto a svendere la propria identità comunista, il proprio pensiero e la propria storia per trovare la seggiolina ai segretari.

Contrariamente a chi ha già svenduto, ( si ricordi la disfatta arcobaleno di Bertinottiana memoria) e si appresta a svendere definitivamente i simboli del lavoro, noi del PCL non siamo disposti a svendere nemmeno l'ultimo brandello della nostra bandiera!

Con tutto l'orgoglio comunista e con la convinzione delle nostre idee ci stiamo quindi battendo per far si che alle prossime elezioni politiche sia presente una alternativa vera!! un Partito Comunista con un programma comunista, anticapitalista e di rivoluzione sociale!

Se per gli altri il rosso è diventato giallo, per noi è ancora rosso vivo!

Noi non ci pieghiamo! E tu?

Firma per la presentazione elettorale del Partito Comunista dei Lavoratori contattaci a: pclempoli@yahoo.it

giovedì 10 maggio 2012

IN 1500 A FIRENZE CONTRO IL GOVERNO DELLE BANCHE



"Ieri a Firenze si è tenuta la manifestazione contro il governo dei banchieri e contro il vertice europeo di Palazzo Vecchio per la 2° “conferenza sullo stato dell’Unione” che ha riunito i vertici del potere politico, economico e finanziario europeo. 

Nonostante il fatto che la stampa cittadina e nazionale abbia tenuto nascosto tutto fino a poche ore dall'inizio, il corteo ha avuto un ottimo successo, erano presenti in piazza circa 1500 persone tra Partito Comunista dei Lavoratori, organizzazioni sindacali di base (Cub, Cobas, Usb, Usi), centri sociali e collettivi studenteschi, oltre alla presenza di alcune rappresentanze di fabbrica.

Al vertice invece erano presenti Monti, Draghi, Barroso, Olli Rehn, Javier Solana, Montezemolo, ospiti del sindaco 'che la destra ci invidia' Matteo Renzi. Questi personaggi sono i principali responsabili della crisi economica che sta mettendo alla fame i lavoratori europei. Dalla Grecia alla Spagna passando per l’Italia questi signori sono i veri responsabili delle politiche antioperaie e antiproletarie applicate con disciplina dai governi che rappresentano. Questi parassiti che guadagnano centinaia di migliaia di euro al mese stanno imponendo misure di lacrime e sangue contro i ceti popolari, stanno cercando di cancellare in pochi mesi i diritti conquistati in decenni di lotte ( dalle pensioni all’articolo 18) per salvare i loro veri datori di lavoro, i poteri forti delle banche, dell’oligarchia finanziaria. Rubano ai poveri per regalare ai ricchi. Impongono tasse ai ceti più deboli per regalare quasi un miliardo di euro alle banche europee a tassi di interesse ridicoli (l’1%). Smantellano tutti i diritti acquisiti dai lavoratori per lasciare mano libera alle imprese sui licenziamenti. Reintroducono l’IMU sulla prima casa, aumentano il prezzo della benzina, aumentano le aliquote iva, in modo da far pagare la crisi capitalista ai lavoratori, gli unici che non hanno alcuna responsabiltà della bancarotta del capitalismo.

Solo una ribellione sociale, che coinvolga tutti i settori popolari colpiti dalla crisi, a partire dai lavoratori, dai disoccupati e dagli studenti, può mettere freno a questo massacro sociale. Non è più tempo di marciare divisi, ma è tempo di unirsi in un grande fronte unico di lotta anticapitalista, in alternativa alla dittatura dei banchieri e dei padroni, ma anche in alternativa a tutte quelle forze sedicenti democratiche o riformiste che sostengono in parlamento il governo Monti.

La manifestazione di ieri segna un piccolo ma significativo passo verso questa prospettiva."

mercoledì 2 maggio 2012

1 MAGGIO: SFILANO I BECCHINI DEL LAVORO.


Eccoli sfilare agghindati a festa, i becchini del lavoro, coloro che del lavoro hanno distrutto la dignità e si accingono ora a celebrarne le esequie. PD e Istituzioni in testa, gli amici dei sindacati gialli e padronali subito dietro. Non era bastato il varo delle leggi di precarizzazione del lavoro ( pacchetto Treu), ne la partecipazione a governi di unità nazionale in nome della grande finanza e dell'ex-Goldman Sachs Mario Monti, i picconatori dello stato sociale e dei diritti di chi lavora si sono spinti persino a "revisionare" l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, ovvero la norma che impedisce il licenziamento indiscriminato di un lavoratore senza giusta causa. Per spingersi ancora oltre hanno anche sfregiato il senso stesso del 1 Maggio, giornata internazionale dei lavoratori, firmando ovunque protocolli di intesa tra istituzioni locali e imprenditori per l'apertura forzata dei negozi e dei grandi centro commerciali.

Ed ecco che posano il feretro del lavoro, ucciso, mercificato, depredato della sua dignità e offerto all'altare sacrificale della borghesia e della aristocrazia finaziaria. Questi signori non possono rappresentare i lavoratori, non possono ergersi a difensori dei diritti dei lavoratori, poichè sono stati e sono tuttora complici di chi i diritti dei lavoratori gli ha distrutti.
Per noi del Partito Comunista dei Lavoratori il Primo Maggio rappresenta, più che un giorno di festa liturgica, un giorno di lotta, un momento in cui i lavoratori debbono stringersi insieme e serrare le fila nella propria battaglia contro gli sfruttatori e il capitalismo internazionale.

Il tempo delle sfilate e delle processioni mute, il tempo dei comizietti di burocrati, sindaci e governatori è finito. Solo la lotta, dura e ad oltranza, solo una ritrovata unità di azione dei lavoratori attorno ad un programma di rottura anticapitalista può mettere fine allo smantellamento dei diritti del lavoro. Solo la prospettiva di un governo dei lavoratori che spazzi via tutti i vari parassiti, che siano banchieri, politici ladri o padroni, e che riorganizzi la società su basi socialiste, rappresenta la via d'uscita dalla crisi.




mercoledì 25 aprile 2012

IN PIAZZA SI ... MA CONTRO: IL PCL CONTESTA NAPOLITANO A PESARO!



In piazza, sì, ma contro. Così può riassumersi, senza alcun giro di parole, la presenza in piazza del Partito Comunista dei Lavoratori il 25 aprile a Pesaro in occasione della visita di Giorgio Napolitano. L'intento di manifestare il più fermo dissenso tramite il nostro striscione (su cui campeggiava la scritta "Resistenza al governo delle banche") e gli slogan adatti all'occasione è stato tuttavia tarpato dall'intervento della Digos, che, intervenendo per prendere i documenti a tutti i nostri compagni e minacciando denunce per manifestazione non autorizzata (incredibile risulta il classificare in tal modo una contestazione all'interno di una piazza!), ci ha obbligato a limitarci alla sola esposizione di striscione e bandiere. 


La minaccia occorsa risulta francamente intollerabile, ancor più alla luce del fatto che la stessa prefettura, a poche centinaia di metri di distanza, aveva autorizzato un presidio fascista di Forza Nuova, vergognosa provocazione nel giorno della Liberazione di cui si sono rese complici, direttamente o indirettamente, tutte le istituzioni locali, antifasciste a parole ma assai meno nei metodi. 


La nostra contestazione si rivolgeva direttamente a Giorgio Napolitano, primo esponente e promotore del governo Monti, fautore di quelle misure lacrime e sangue che hanno messo il paese in ginocchio in nome del profitto bancario. Davanti al suo interventismo ed alla sua complicità, la nostra risposta è stata quella di rilanciare la più ferma opposizione a questo esecutivo dei banchieri, rivendicando in maniera decisa la parola d'ordine della cancellazione del debito pubblico contratto nei confronti di banche ed istituti finanziari con conseguente nazionalizzazione degli stessi e senza indennizzo per i grandi azionisti. Una misura di rottura con questo sistema, apertamente rivoluzionaria. E per questo l'unica plausibile. 


Resta, quella del Partito Comunista dei Lavoratori, l'unica presenza organizzata apertamente contestatoria presente in questa piazza, in piena linea con quello che i nostri compagni hanno fatto (ad esempio in Sardegna) e faranno in tutto il resto del paese, rigettando apertamente l'idea di Napolitano come figura istituzionale super partes, avendo egli chiaramente dimostrato il suo inaccettabile posizionamento politico a seguito della caduta berlusconiana.

martedì 10 aprile 2012

ENNESIMO CASO DI PEDOFILIA NELLE PARROCCHIE DELL'EMPOLESE: OCCORRE TENERE ALTA LA VIGILANZA SU TUTTI I LUOGHI DI CULTO DELLA ZONA


Le indagini su don Daniele Rialti, fino a poco tempo fa esponente di spicco della chiesa empolese di via Masini, così come i tanti casi relativi ad abusi sessuali su minori accaduti in Toscana, riportano ciclicamente alla luce il dramma di bambini e adolescenti (migliaia solo nell'ultimo decennio) che, indifesi e spesso abbandonati ingenuamente dai genitori nelle mani del prete di zona, hanno subito violenze e umiliazioni che difficilmente si sono potute rimarginare. 
Allo stesso tempo si ripropone il tema della vergognosa girandola dei preti pedofili che, colti sul fatto o indagati dalla Magistratura dello Stato Italiano, vengono semplicemente tolti dal luogo del delitto e inviati dalle istituzioni religiose in un'altra città dove, sconosciuti alla popolazione, possono riprendere tranquillamente la loro opera di plagio e di abuso sui minori. Ci sono stati addirittura molti casi di sacerdoti stranieri che, condannati o inseguiti da mandati di cattura per reati sessuali nel paese di origine, si sono rifugiati in Italia dove le istituzioni clericali hanno offerto loro copertura e nuove parrocchie da gestire.

La Magistratura farà il suo corso, ma resta la preoccupazione che come spesso accade, i religiosi pedofili non paghino per i loro delitti, come è stato per il caso di don Lelio Cantini, per almeno venti anni violentatore impunito e fino a pochi anni prima della morte coperto dalla chiesa fiorentina la quale fu definita dall'allora PM Canessa durante le indagini 'omissiva e inerte' e che avrebbe 'finto di non vedere'.

Per il bene della cittadinanza vogliamo con questo comunicato sensibilizzare le forze dell'ordine ad eseguire controlli a tappeto in tutti i luoghi di culto della zona, nelle parrocchie, negli oratori, nelle chiese, ed in generale in tutti quei luoghi dove, dati alla mano, è esponenzialmente più alto il livello di incidenza di reati di pedofilia.

giovedì 5 aprile 2012

IL TRIANGOLO MONTI - BERSANI - CAMUSSO



Tutti ricordano le immagini del pranzo di Cernobbio, al quale presero parte poche settimane orsono, il presidente del consiglio Monti, la Segretaria della CGIL Camusso, Bersani del PD e Alfano del PDL. Immagini conviviali di un banchetto concertativo che aveva come piatto principale l'articolo diciotto  dello statuto dei lavoratori. Così tra una portata e l'altra e con il sorriso sulle labbra i 4 amici tessevano la trama, per certi versi teatrale, della messa in scena di questi giorni.

Monti, da cattivo e perfido tecnocrate quale è, apre lo spettacolo lanciando un'anatema contro l'articolo 18. Di risposta la Camusso, segretaria del maggior sindacato italiano minaccia di convocare lo sciopero generale per la fine di Maggio. Nel frattempo, nei Tg e sui giornali si discute di quisquiglie: reintegro si, reintegro no... giudice si, giudice no... Mentre Renzi proclama che dell'articolo 18 "non glie ne può fregare di meno", il resto del PD, visto l'approssimarsi delle elezioni amministrative, temporeggia.

Nella tarda notte di ieri, dopo che persino la UIL aveva giudicato irricevibile la bozza del governo, la Camusso firma l'accordo sull'articolo diciotto, vantandosi di essere riuscita, più che a far reinserire nel testo la parola reintegro, a tenere unito un partito come il PD che sta insieme con lo sputo.

Non passa nemmeno mezza giornata che il Monti dichiara alla stampa, per consolare la Marcegaglia che forse  era stata tratta in inganno dalla soddisfazione della Camusso, che l'articolo 18 è definitivamente carta straccia. 

E qui, sul finire della farsa e senza colpo ferire, entrano in scena Bersani e Alfano entrambi pronti a " cambiare in meglio la legge in parlamento". Le castagne son tolte dal fuoco, le figure di merda sono state evitate e si può andare alle elezioni borghesi senza essersi sporcati troppo le mani col sangue dei lavoratori.

MILANO 31 MARZO: BUONA MANIFESTAZIONE CONTRO IL GOVERNO MONTI


La manifestazione di Milano contro il governo Monti Napolitano ha registrato una partecipazione di molte migliaia di lavoratori e di giovani, e un fronte unico vasto di tutte le organizzazioni politiche, sindacali, di movimento che oggi si collocano con chiarezza all'opposizione. 

Dominante, in tutto il corteo, è stata la rivendicazione della cacciata del governo ( “licenziamolo con giusta causa”) e la contestazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ( “presidente dei banchieri”). Significativo l'ingrossamento progressivo del corteo lungo il percorso, con l'ingresso nelle sue fila di semplici passanti desiderosi di manifestare la propria rabbia contro le politiche dominanti e di denunciare la propria situazione di sofferenza ( lavoratori licenziati senza causale, lavoratori esodati, giovani precari). 

Oltre alla presenza consistente delle forze sindacali promotrici ( Area 28 Aprile della CGIL,USB,CUB) e alla folta rappresentanza di movimenti e lotte sociali ( No Tav, comitati dei precari, ferrovieri in lotta, organizzazioni studentesche..), il corteo ha registrato una presenza diffusa della sinistra politica di opposizione: a partire da PRC, PCL, SC. 

L'operazione rozza e scorretta della piccola organizzazione di Rizzo (Sinistra Popolare) che ha violato tutti gli accordi presi circa la disposizione nel corteo ( alla ricerca di propri spazi pubblicitari di immagine che potessero compensare l'estrema esiguità dei numeri), è stata giustamente tollerata- in questo caso- dagli altri partiti e organizzazioni, per evitare effetti di disturbo su una manifestazione unitaria di particolare importanza in un momento cruciale. 

Molto significativa nel corteo la presenza organizzata del PCL: che si conferma una volta di più e di gran lunga come la presenza politica di piazza più consistente a sinistra del PRC, e sicuramente come l'organizzazione più combattiva e caratterizzata. Un successo quello di ieri non scontato, e per questo tanto più significativo, tenendo conto che il PCL- a differenza di altri- è impegnato proprio in questi giorni nella presentazione delle proprie liste elettorali in numerose città ( Genova, Palermo, Parma, Carrara, Pistoia, Catanzaro, e in numerosi centri minori). Dietro il grande striscione “Via il governo di Confindustria e banche, per un governo dei lavoratori” centinaia di compagni del PCL hanno sfilato inquadrati e organizzati dal servizio d'ordine del partito, ritmando per tutto il tempo slogan rivoluzionari, sino all'ingresso conclusivo e molto caratterizzato in piazza Affari. Dove il compagno Marco Ferrando è intervenuto, a nome del partito, nell'affollato comizio finale della manifestazione, dopo Cremaschi e Ferrero: ponendo la necessità della continuità della mobilitazione, di una svolta unitaria e radicale nelle forme di lotta ( sciopero generale prolungato), di una prospettiva di rivoluzione quale unica alternativa al capitalismo e alla sua crisi, in Italia come in tutta Europa. 

Leale e corretta nei rapporti di fronte unico con gli altri soggetti e partiti, fortemente caratterizzata e distinta nel proprio messaggio e proposta politica: la manifestazione di ieri, nel suo piccolo, è stata un manifesto dell'identità e della cultura del Partito Comunista dei Lavoratori. E forse anche un salto di riconoscibilità esterna di questo patrimonio.

sabato 10 marzo 2012

BUONA LA MANIFESTAZIONE FIOM, MA IL PROBLEMA E' E RESTA LA PROSPETTIVA


La manifestazione FIOM del 9 Marzo a Roma ha visto una partecipazione dei lavoratori vasta e combattiva. Innumerevoli i fischi al PD. Significativa la contestazione di buona parte della piazza all'oratore della CGIL ( Scudieri) in occasione di ogni riferimento alla trattativa nazionale sul mercato del lavoro e al governo Monti. La parola d'ordine dello sciopero generale è stata costante lungo il corteo e sotto il palco conclusivo. 

Il PCL ha segnato una presenza significativa e largamente egemone nello spezzone del movimento “No debito”. Al tempo stesso ha visto la partecipazione di molti propri militanti operai dietro i relativi striscioni di fabbrica e spezzoni sindacali. Buona la diffusione del nostro volantino nazionale (“rivolta o sconfitta”), e la vendita del nuovo numero del giornale con la prima pagina rivolta di fatto alla manifestazione: “o noi o loro” indicando una foto di corteo operaio e una foto di Monti-Fornero. 

Di certo,la manifestazione della FIOM ha rappresentato un obiettivo spartiacque politico. Il rifiuto del PD di prendervi parte è naturale e chiarificatore: un partito nato per rompere col movimento operaio, ed oggi prima stampella di un governo antioperaio di Confindustria e banche, non aveva nulla a che spartire con una manifestazione di lavoratori contro il padronato e contro Monti. La sua presenza avrebbe rappresentato un equivoco, non la sua assenza. Ora le sinistre politiche e sindacali traggano la naturale conclusione: rompano col PD, col Centrosinistra, con Napolitano e uniscano le proprie forze in una mobilitazione straordinaria e continuativa che dia prospettiva allo sciopero di oggi. 

Perchè il problema non è esibire i numeri di una manifestazione. Ma investirla nella lotta di classe, con una svolta unitaria e radicale di forme di lotta e di obiettivi. Questa resta, dopo il 9 Marzo, la vera e urgente necessità.

giovedì 1 marzo 2012

SIAMO TUTTI NO TAV !


In Valsusa è in corso una guerra. Una guerra dichiarata tra Capitale e ambiente, tra Profitto e diritto all'esistenza, tra apparato repressivo dello Stato e il legittimo dissenso democratico.
La realtà narrataci in questi giorni da tutti i media di regime non è che mistificazione. Migliaia di militari, stanno occupando ormai da mesi un intera area del territorio nazionale, espropriando terreni ai coltivatori, togliendo le case alle famiglie, depredando l'ambiente e saccheggiando le risorse del territorio stesso. Tutto questo per imporre alle popolazioni locali e al Paese un'opera inutile e dannosa come la TAV che serve solo a far ingrassare le grandi industrie del cemento, le mafie, Montezemolo e Della Valle. 
La furia ceca del Capitale non si è arrestata nemmeno dopo le grandi manifestazioni di protesta che hanno visto mobilitate centinaia di migliaia di persone. La smania di profitto e la volontà di mettere a tacere qualsiasi forma di dissenso verso l'operato del governo, ha acceso una violenta repressione nei confronti di chi cerca di ribellarsi a tutto ciò. 
Per queste ragioni la lotta della popolazione della Valsusa e la lotta dei No Tav deve diventare la lotta di tutti, una lotta contro il Capitale, contro il Profitto e contro la Repressione. Una lotta senza quartiere per la salvaguardia dell'Ambiente, per i Diritti e per un modello di sviluppo alternativo a quello capitalista.

lunedì 30 gennaio 2012

IL CAPITALISMO E' FALLITO, IL RIFORMISMO PURE: COSTRUIAMO IL PARTITO DELLA RIVOLUZIONE!


Guardiamo in faccia la realtà. 
Per trentanni le classi dirigenti d'Europa hanno imposto ovunque enormi sacrifici sociali , con l'argomento che avrebbero garantito un futuro migliore ai “giovani”. E' accaduto l'opposto. Le nuove generazioni sono state condannate al precariato, i loro diritti negati, le loro future pensioni distrutte, mentre capitalisti e banchieri si sono arricchiti per decenni come mai in precedenza. 

Oggi, di fronte alla grande crisi del capitalismo , le stesse classi responsabili della bancarotta chiedono alle proprie vittime sacrifici ancor più pesanti, con l'argomento che assicureranno l' “uscita dalla crisi” e il “futuro dell'Europa”. Accade l'opposto. Dopo cinque anni la crisi permane , l'Unione Europea delle banche si avvita nella recessione, mentre sprofondano le condizioni di vita dei salariati e di larga parte della popolazione. 

La verità è che i lavoratori e la maggioranza della società sono ostaggio di un sistema fallito. Non c'è alcuna possibile via d'uscita dalla crisi sociale dell'Europa senza il rovesciamento delle sue classi dirigenti, in ogni paese e su scala continentale. Tutti i tentativi di aggirare questa verità; tutte le “ricette” e “soluzioni” che vorrebbero conciliare il capitalismo con la “giustizia sociale” sono semplicemente una truffa, comunque si chiamino: “Europa sociale e democratica”, “nuovo modello di sviluppo”, Eurobond”, “riforma della BCE”, “audit” sul debito e sua rinegoziazione”,... Queste evocazioni immaginarie,contro ogni illusione, hanno una sola funzione obiettiva: distogliere gli sfruttati dalla comprensione della realtà; indirizzare le loro speranze di liberazione verso mitologie senza futuro, a tutto vantaggio della conservazione del presente. 

La verità è che solo una rivoluzione sociale può fare pulizia. 

CONCERTO ANTIFASCISTA A FIRENZE

martedì 24 gennaio 2012

IL MONDO DEL LAVORO IMPUGNI I FORCONI !


Il tavolo di negoziato con Confindustria e governo sul mercato del lavoro va rovesciato. Non si può negoziare una più ampia licenziabilità dei lavoratori attraverso l'abbattimento della cassa integrazione e per di più- per ammissione del ministro- senza reale indennizzo per i licenziati “in assenza di risorse”.Più in generale non si può continuare a negoziare, come da trentanni a questa parte, sul programma del padronato ( “quanto costa il lavoro per il capitale”) Occorre aprire una vertenza generale su un programma dei lavoratori per i lavoratori ( “quanto costa il capitale per il lavoro”). Occorre un vero sciopero generale contro il governo e la Confindustria che unifichi operai,impiegati, precari, disoccupati in un grande fronte comune, apertamente contrapposto al capitale finanziario e alla sua dittatura. 

E' una necessità non solo sindacale, ma politica. L'esasperazione cresce in ampi strati di popolazione colpiti dalla crisi capitalista e dalle politiche del governo. O il movimento operaio prende la testa della protesta popolare unificando attorno a sé tutte le domande di riscatto sociale delle masse impoverite dal capitale- inclusi gli strati inferiori della piccola borghesia- oppure cresce il rischio di regalarle a forze reazionarie. O il movimento operaio impugna “i forconi” guidando e unificando la ribellione popolare , o rischia di consegnare la disperazione sociale ai Ferro, ai Morsello , ai Pappalardo, e persino ai Fiore. Questo è lo snodo. 

giovedì 19 gennaio 2012

STORACE A CALENZANO... SENZA CENA !


Pubblichiamo la mail inviata inviata all'ANPI Oltrarno di Firenze dai gestori del ristorante "I Cantuccio" di Calenzano, i quali avrebbero dovuto ospitare, a loro insaputa, Francesco Storace in una cena organizzata  dai camerati de "La Destra". Venuti a conoscenza della natura provocatoria dell'iniziativa, e della sgradita presenza del suddetto, il ristorante decide di lasciarli tutti senza cena.

"Buonasera, sono Francesca e con le mie sorelle sono la titolare dell’Osteria I’Cantuccio di Calenzano. Siamo tre ragazze giovani, sotto i 30 anni, e il nostro scopo è fare  le ostesse nelle nostre zone, sperando di offrire un ambiente accogliente dove chi viene si senta bene e “a casa”. Riguardo la cena alla quale avrebbe dovuto partecipare l’onorevole Storace,( come abbiamo appreso dai vari blog,  avvisati da amici…) ci era stata proposta una festa privata chiusa di cui  ignoravamo le motivazioni apprese, anche queste, tramite internet. Ora che ne siamo a conoscenza riteniamo non vicine al nostro territorio, al nostro locale ed a noi le intenzioni di una tale serata e per questo ritiriamo la  disponibilità del Cantuccio, rinunciando volentieri al buon compenso garantito dagli organizzatori (e voi sapete quanto bisogno ci sia di questi tempi…) in  nome dell’identità col nostro territorio e con i nostri cuori. E’ un vero dolore sapere di avere, seppure non volutamente, urtato la sensibilità di molti, tra cui l’ ANPI, e di avere, almeno apparentemente, aver dato l’idea di appoggiare una fazione politica, ma come spero di aver chiarito non avevamo  assolutamente idea della coloritura di questa iniziativa. Spero di avervi nostri  ospiti, a presto. Vi prego quindi di pubblicare questo mio messaggio. 

Francesca  e tutto I’ CANTUCCIO"

domenica 15 gennaio 2012

DISASTRO DELL'ISOLA DEL GIGLIO: I SOLITI IDIOTI ( E ASSASSINI)


Perchè una nave da crociera lunga 290 metri, alta 52 e con una stazza di 112.000 tonnellate transita a poco meno di 200 metri dalla costa dell'Isola del Giglio, piccolissima isola dell'arcipelago toscano? perchè il comandante della nave, invece di avviare operazioni di salvataggio, tenta di proseguire la rotta verso Savona e lancia l'SOS dopo circa due ore dall'impatto con uno scoglio ?

Questo carteggio inedito tra il suddetto comandante e il sindaco dell'Isola del Giglio ci spiega tutto:

mercoledì 11 gennaio 2012

E' USCITO IL NUOVO NUMERO DI " A PIENA VOCE" GIORNALE TOSCANO DI CONTROINFORMAZIONE


per ricevere una copia contattaci a: pclempoli@yahoo.it il costo è di un euro più spedizione. Altrimenti clicca su www.a-pienavoce.blogspot.com per visualizzare i vecchi numeri in pdf. 

sabato 7 gennaio 2012

BEPPE GRILLO A FAVORE DELL'EVASIONE FISCALE?


In questi giorni è apparso sul blog del comico politicante un post a dir poco ambiguo e inappropriato, almeno cosi devono aver pensato le centinaia di lettori del blog stesso che si sono succeduti in commenti di disapprovazione. In seguito al blitz eseguito della guardia di finanza a Cortina d'Ampezzo contro svariati evasori fiscali, il buon Beppe pubblica un articoletto dal titolo "In vacanza con il tributarista" nel quale invece di prendersela con i ricchi evasori si scaglia contro i controlli eseguiti dai finanzieri. Che anche il ricco e panciuto  Beppe Grillo abbia paura di cadere in uno di questi controlli?

Il fatto che Beppe Grillo non si batta, e non si sia mai battuto, per il recupero dell'evasione fiscale la dice lunga sulla sua posizione all'interno dello scontro di classe: da una parte ci sono i lavoratori e i pensionati ai quali le tasse vengono fatte versare fino all'ultimo centesimo trattenendole direttamente dai salari e dalle pensioni, dall'altra ci sono i ricchi, i banchieri e i padroni che le tasse le evadono con il benestare e la copertura dei governi borghesi. Ormai è chiaro che Beppe Grillo, da ricco comico affarista, sta con questi ultimi.

domenica 1 gennaio 2012

DISOBBEDIRE ALL'APPELLO DI NAPOLITANO


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano- quale supremo garante delle banche e dei capitalisti- ha cercato di convincere milioni di lavoratori che gli intollerabili sacrifici imposti da Monti e dalla BCE assicureranno loro un futuro migliore. E che quindi vanno subiti in silenzio. 

Disgraziatamente è lo stesso messaggio a reti unificate che ogni giorno i lavoratori si sentono propinare da trentanni e che li ha condotti all'attuale catastrofe sociale. La verità è che Napolitano cerca di sorreggere col proprio falso “prestigio” di salvatore della patria il governo della Confindustria e delle banche: un governo condannato alla caduta di consenso, sullo sfondo di una crisi senza sbocco. 

Disobbedire all'appello presidenziale alla rassegnazione sociale, ritrovare la fiducia nella propria forza, ribellarsi alla dittatura degli industriali e dei banchieri, è la condizione decisiva perchè il mondo del lavoro possa risalire la china e costruire un'altra società e un altro futuro.