giovedì 26 febbraio 2009

NAZIONALIZZARE LE BANCHE? SI, MA SENZA INDENNIZZI E SOTTO IL CONTROLLO POPOLARE

COMUNICATO STAMPA DI MARCO FERRANDO.
Il Pcl intende smascherare il bluff di Berlusconi attorno alle banche nel modo più semplice: aprendo una vera campagna nazionale per la nazionalizzazione delle banche e delle aziende in crisi, con una raccolta capillare di adesioni in tutta Italia tra le rappresentanze del lavoro. Nei primi giorni di marzo terremo la conferenza stampa nazionale di presentazione dell'iniziativa, già avviata, con la prima rosa di adesioni. A quelle sinistre che sotto il governo Prodi hanno votato un regalo di 10 miliardi di euro ai banchieri, chiediamo di non farsi scavalcare a "sinistra" da… Berlusconi: e di impegnarsi con noi in una battaglia comune per nazionalizzazioni vere, senza indennizzo per i grandi azionisti e sotto controllo operaio e popolare; una soluzione esattamente opposta a quella nazionalizzazione dei debiti bancari, a carico dei contribuenti, che anche Berlusconi in realtà persegue in compagnia dei governi di tutto il mondo.

martedì 10 febbraio 2009

NO VAT

Sabato 14 Febbraio, si svolgerà a Roma, con partenza da piazza della Repubblica, alle ore 14.00, la manifestazione nazionale "No-Vat", indetta dal coordinamento "Facciamo Breccia". L'obbiettivo del corteo è manifestare a favore dell'autodeterminazione e la libertà di scelta in ogni fase della vita, l'istruzione pubblica e laica e l'abolizione dell'ora di religione, un sistema sanitario pubblico e laico, uno stato sociale che risponda alle necessità reali dei diversi soggetti, i diritti e la piena cittadinanza di lesbiche, trans, gay e migranti, l'eliminazione delle leggi ideologiche dettate dal Vaticano e la cancellazione della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, l'abolizione del Concordato e dei privilegi derivanti ( esenzione ICI, otto per mille...).



Per ulteriori informazioni: http://www.facciamobreccia.org/



fonte: Fabrizio Cucchi, DEApress

mercoledì 4 febbraio 2009

A NORD DEL NORD

Centinaia di lavoratori britannici sono scesi in piazza in questi giorni per protestare contro l’assegnazione di un appalto ad una ditta italiana, la quale ha vinto la gara, presentando conti meno salati per la realizzazione dei lavori, sui quali pesa soprattutto il minor costo della manodopera italiana rispetto a quella inglese.
Nelle loro marce di protesta, i lavoratori inglesi hanno scandito slogan del tipo " british job, for british workers!" che assomigliano, se non coincidono addirittura, a quelli urlati dai leghisti in questi anni contro i lavoratori immigrati ed extracomunitari, prima marocchini, poi cinesi ecc. Evidentemente al Nord del nostro Nord, ne esiste un altro dove anche noi italiani, che tanto rivendichiamo il diritto di essere " padroni a casa nostra", per dirla con parole care alla Lega, siamo visti come immigrati e ladri di lavoro.
Tutta la vicenda, tuttavia, serve ad aprirci gli occhi riguardo l’attuale crisi economica e le politiche messe in campo dai governi europei per uscirne.
Da sempre, infatti, i governi, i partiti delle destre, la stampa e le televisioni, mirano a dividere i lavoratori, rovesciando, in Italia come nel mondo, le responsabilità delle crisi cicliche del capitalismo, nella xenofobia e nel razzismo. I fatti di questi giorni, non sono altro che la risultante di decenni di lavaggio delle menti dei lavoratori, ai quali i governi neo-liberisti hanno promesso per anni " panem et circenses" pagati a livello interno con il credito al consumo, e sorretti sul piano estero con lo sfruttamento imperialista di popoli del terzo mondo ( ovvero globalizzazione), e ai quali oggi, complice la crisi, gli stessi governi non sanno più garantire nemmeno i beni necessari ( lavoro, sanità e istruzione).
Le risposte che vengono dai governi borghesi di tutto l’occidente, non sono altro che la riproposizione nei giorni d’oggi delle vecchie politiche economiche, ovvero: protezionismo estero e liberismo interno. In poche parole ciò significa la rottura di tutte le convenzioni europee sul libero mercato e sulla libera circolazione delle merci ( fra queste anche la circolazione dei lavoratori in quanto considerati dal capitale come merce-lavoro), l’intervento dei capitali statali per la salvaguardia e la protezione dei grandi industriali e banchieri nazionali, affinché questi continuino a sfruttare almeno le loro masse lavoratrici nazionali.
Vi è allora una via di uscita da questa situazione?
Certo. L’unica via di uscita è l’internazionale dei lavoratori. Un organizzazione rivoluzionaria che diriga le lotte operaie contro il nemico reale, ovvero il capitalismo che ha prodotto la crisi, e smascheri ovunque i loschi piani dei governi, diretti a mettere gli operai gli uni contro gli altri, al solo fine di continuare a sfruttarli.
Citando a memoria Pavese in un celebre suo romanzo: "Soltanto i cani abbaiano e saltano addosso ai cani forestieri, e il padrone aizza un cane per interesse, per restare padrone; ma i cani, se si mettessero d’accordo e abbaiassero contro il padrone….."