mercoledì 17 dicembre 2008

FRONTE UNICO POSSIBILE, A PATTO CHE....

Pubblichiamo, di seguito, il comunicato di risposta a Ferrero (segr. PRC) riguardo la necessità di creare un fronte unico tra tutte le sinistre, apparso su Liberazione domenica scorsa.
Caro Paolo,
siamo disponibili a discutere la proposta da te avanzata di un coordinamento dell'azione di opposizione tra le diverse forze della sinistra. Partendo naturalmente dalla reciproca chiarezza.Come sai, non c'è possibile equivoco sulla netta distinzione di principi e programmi tra i nostri partiti. Una divergenza di fondo non solo misurata dalla collocazione opposta verso il governo confindustriale di Romano Prodi, ma confermata dall'esperienza di questi mesi: sia in merito alla linea di intervento nella lotta di classe e nei movimenti di massa; sia sul terreno del rapporto con il centro sinistra a partire dalle amministrazioni locali, dove continuano a sedere in tutta Italia gli assessori di Prc e Pdci; e dove è invitabile una presentazione distinta dei nostri partiti alle prossime elezioni amministrative (come già in Abruzzo). Più in generale, proprio l'approfondirsi della crisi capitalistica fa da cartina di tornasole di due indirizzi programmatici tra loro alternativi: laddove il gruppo dirigente del Prc continua a riproporre un programma sostanzialmente neokeynesiano (l'"l'uscita dalla crisi del neoliberismo" secondo le parole della tua lettera), mentre il Pcl avanza la prospettiva della rottura anticapitalistica e del governo dei lavoratori come unica risposta reale e progressiva alla crisi del capitale, fuori da ogni vecchia illusione riformista. A maggior ragione naturalmente sono profonde le divergenze tra il Pcl e le altre forze del cosiddetto Arcobaleno (area vendoliana, sinistra democratica, Verdi), ancor più organicamente interne alla logica del centro sinistra e del riformismo.Tuttavia la divaricazione strategica tra rivoluzionari e riformisti non ha mai pregiudicato, di per sé, nella storia migliore del movimento operaio, la ricerca dell'unità d'azione contro il nemico comune, in particolare di fronte a offensive reazionarie e padronali. Oggi il congiungersi della più grave crisi capitalistica del dopoguerra e dei suoi drammatici effetti sociali, con la presenza del governo più reazionario che l'Italia abbia conosciuto dal 1960, ripropone l'attualità di un fronte unico d'azione tra tutte le forze, politiche e sindacali, del movimento operaio e popolare. E di un aperto confronto in esso sulla risposta da dare alla crisi.Per parte nostra, in vista di un necessario approfondimento, intendiamo anticiparti brevemente la nostra concezione e proposta di fronte unico.Proponiamo, innanzitutto, che il coordinamento dell'azione comune sia pienamente autonomo dal Pd e dall'Idv. Non è possibile coordinare una opposizione di classe a braccetto con partiti che sono espressione della classe avversa. Per questo il Pcl combinerà la pratica del fronte unico a sinistra con la battaglia più generale per la rottura di tutte le forze del movimento operaio e popolare con il Pd e con le coalizioni di centro sinistra, a difesa della piena indipendenza delle ragioni del lavoro e di tutti i settori oppressi.Proponiamo che il coordinamento dell'azione non si riduca a relazioni rituali (concordare date di calendario per iniziative o manifestazioni comuni…) ma si confronti apertamente con le esigenze concrete dei movimenti reali: in termini di proposte di obiettivi, forme di lotta, forme di organizzazione, lavoro di ricomposizione di un blocco sociale alternativo. Per parte nostra ribadiremo, tanto più di fronte alla crisi, la proposta della vertenza generale unificante del mondo del lavoro, dei precari, degli studenti, dei disoccupati, attorno ad una piattaforma di svolta, e in funzione di una lotta generale prolungata, come asse centrale di intervento nella classe operaia e nei movimenti di massa.Pensiamo che il coordinamento dell'azione non possa limitarsi a obiettivi e rivendicazioni contingenti, ma debba combinarsi con un confronto aperto sulla prospettiva generale. Tanto più in un quadro di profonda crisi capitalistica in cui ogni seria lotta di massa cozza con i limiti strutturali del sistema e riconduce alla necessità di un'alternativa generale. In questo quadro il Pcl avanzerà a tutte le forze della sinistra, politiche e sindacali, una proposta di lotta comune per un programma anticapitalistico contro la crisi. Consapevoli delle divergenze, ma determinati ad un confronto libero e pubblico tra le posizioni, di fronte ai lavoratori.Crediamo che il fronte unico d'azione debba coinvolgere dal basso, nella forma più larga il popolo delle sinistre e il loro insediamento sociale e di movimento. Per questo abbiamo proposto pubblicamente già a luglio - e qui rinnoviamo - la costituzione di "un parlamento dei lavoratori e delle sinistre". A fronte della deriva reazionaria del governo contro i diritti sociali e democratici, della subalternità dell'opposizione parlamentare borghese e liberale (Pd); a fronte dell'eccezionalità storica della collocazione extra parlamentare, oggi, di tutte le sinistre, pensiamo che queste stesse sinistre possano dar vita ad un proprio "parlamento" indipendente quale espressione organizzata di un fronte unico di lotta, politico e sociale contro il governo e il padronato. Chiamando il proprio popolo, a partire dai lavoratori, ad eleggerlo su base democratica secondo un principio rigorosamente proporzionale; garantendo ad ogni sua componente la piena autonomia e programmatica; aprendolo al coinvolgimento di tutte le espressioni indipendenti del movimento sindacale e dei movimenti di lotta.Queste proposte, nel loro insieme, non sono naturalmente pregiudiziali rispetto alla discussione sulle forme di coordinamento dell'unità d'azione. Ma intendiamo portarle avanti con convinzione chiedendo un confronto di merito su di esse a tutte le forze della sinistra. Un confronto che proponiamo avvenga anche in forma pubblica col più largo coinvolgimento possibile del corpo collettivo dei partiti della sinistra, della stampa di riferimento e dei loro interlocutori di movimento.

martedì 9 dicembre 2008

CONTRO OGNI REPRESSIONE: SOLIDARIETA' AI COMPAGNI GRECI

Anche in Grecia, così come in Italia ed in tutto il mondo, esplode feroce la crisi economica. Checchè ne dicano i benpensanti economisti liberal-borghesi, questa si rivela non tanto come una circoscritta crisi del settore finanziario, ma altresì come crollo strutturale del sistema di produzione capitalista, mostrandone sempre più le evidenti contraddizioni interne. In un sistema economico-sociale che tutela solo i grandi industriali e speculatori, a discapito della moltitudine dei lavoratori, e che attraverso le strutture della democrazia borghese salvaguarda solo l'interesse dei pochi privilegiati, è ovvio che la crisi economica ricada unicamente sui ceti meno abbienti. Il fallimenti delle manovre finanziarie dei ricchi, e delle politiche della classe borghese sono pagate in tutto il mondo dagli operai, dai poveri e in primo luogo dai giovani. In Grecia, così come in Italia, i governi delle destre per far fronte alle perdite dei padroni promuovono misure atte a colpire i salari, le politiche sociali, la scuola e l'università. E' in questo contesto che i giovani greci hanno portato nei giorni scorsi la contestazione al governo. Ed è in questo contesto che, come al solito, una tromba ha squillato per sedare con ogni mezzo le giuste rivendicazioni dei lavoratori e degli studenti: come sempre in questi casi ha squlillato la tromba della repressione. Un giovane è stato ucciso a colpi di pistola da un agente di polizia, e in seuito a ciò si è scatenata una ribellione carica di rabbia da parte di migliaia di giovani che, da ormai tre giorni ,mettono alle strette polizia e governo. A niente è servito l'arresto del poliziotto accusato di omicidio volontario, la protesta contro il governo e contro la repressione va avanti. Portiamo anche noi la nostra soldarietà ai compagni che lottano in Grecia contro la repressione, segnalando qua sotto un video in memoria di Andreas Grigoropoulos, il giovane anarchico assassinato dalla polizia:

lunedì 8 dicembre 2008

Sciopero del 12 Dicembre: E' L'ORA DELLA LOTTA GENERALE E DELL' UNITA' TRA OPERAI E STUDENTI


In tutto il mondo la crisi del capitalismo si abbatte sui lavoratori e sui giovani. Industriali e banchieri che per vent'anni hanno spremuto i lavoratori a vantaggio dei propri profitti, ora chiedono loro di tirare ancora la cinghia per salvare il proprio sistema di rapina.
In Italia il governo Berlusconi, che aveva avuto la faccia tosta di presentarsi come "Robin Hood", sta offrendo alle banche e alle grandi imprese – già beneficiate dal governo Prodi-D'Alema-Di Pietro-Ferrero – nuove decine di miliardi a carico dei contribuenti. A pagare il conto sono chiamati i salari da fame, i posti di lavoro, il precariato dilagante, la scuola pubblica fatiscente, una sanità sempre più a pezzi. Altro che le miserabili elemosine natalizie offerte "ai più poveri"!
Ora basta!
La mobilitazione continuativa degli studenti, ha indicato la via della ribellione sociale mettendo per la prima volta Berlusconi in difficoltà. È una lezione per tutto il mondo del lavoro. Dimostra che non bastano proteste verbali e iniziative rituali, ma che solo una prova di forza continuativa, a oltranza, può piegare le resistenze della controparte.
Tutto il mondo del lavoro può e deve entrare ora nel varco aperto dagli studenti. "Noi non paghiamo la vostra crisi" dicono gli studenti. "Noi non paghiamo la vostra crisi", possono dire gli operai, avanzando una propria piattaforma di lotta, come base di uno sciopero generale prolungato. "Paghi chi non ha mai pagato": i grandi profitti di banche e imprese, le spese militari, i privilegi clericali, i privilegi istituzionali "di casta", le regalie scandalose a scuola privata e sanità privata. E le risorse così risparmiate vadano finalmente al mondo del lavoro!
Salari, stipendi e pensioni devono aumentare di almeno 300 euro netti mensili.
Bisogna istituire un salario minimo intercategoriale di almeno 1300 euro netti; una quota analoga di salario totalmente detassato; e una indennità di disoccupazione di almeno 1000 euro netti fino all’assunzione.
I mutui usurai che opprimono milioni di famiglie devono essere abbattuti.
I fondi pensione truffaldini devono tornare ai lavoratori e alla previdenza pubblica.
I licenziamenti vanno bloccati. Il diritto alla cassa integrazione, con una copertura dell'80 per cento del salario pieno va esteso a tutti i lavoratori.
Le leggi di precarizzazione del lavoro devono essere abolite, con l'assunzione di tutti i lavoratori oggi precari.
I lavoratori immigrati "irregolari" devono avere finalmente il permesso di soggiorno.
Il lavoro che c'è va distribuito fra tutti, con una riduzione progressiva dell'orario di lavoro, a parità di paga, sino al riassorbimento della disoccupazione.
Vanno aboliti i tagli sociali di Berlusconi e quelli ereditati dal precedente governo: e investite grandi risorse pubbliche, sotto controllo sociale, nella scuola e nell'università pubblica, nella sanità pubblica, nei trasporti, nel risanamento dell'ambiente, in tutte le voci sociali che per quindici anni centro-sinistra e centro-destra hanno colpito a vantaggio di banche e confindustria.

Certo, è un programma di lotta "radicale": quanto quello di banchieri e industriali contro i lavoratori e i giovani.
È ora di ribaltare le leggi ipocrite della proprietà privata! Migliaia di industriali licenziano i propri dipendenti nel nome della crisi. Perchè i dipendenti non possono licenziare gli industriali? Si nazionalizzino, senza indennizzo e sotto controllo operaio, tutte le aziende in crisi e che licenziano: a difesa del posto di lavoro, e con risparmio oltretutto di risorse pubbliche, oggi regalate a speculatori senza scrupoli. Le banche espropriano ricchezze e risparmi di milioni di persone, con ricatti di ogni tipo. Perchè non si possono espropriare le banche, unificarle in un unico istituto di credito pubblico, sotto controllo sociale, unicamente dedito all'aiuto della società, invece che alla rapina contro la società?
Cambiare si può. Ma può farlo solo la forza collettiva dei lavoratori. Solo mettendo in discussione le leggi del capitalismo. Solo collegando le lotte immediate di ogni giorno alla prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, che riorganizzi la società da cima a fondo, in base alle esigenze dei molti, e non al profitto dei pochi.
Il PCL è l'unico partito rivoluzionario della sinistra italiana. L'unico partito che vuole unire i lavoratori, in piena autonomia da centro-destra e centro-sinistra. Non a caso è l'unico partito, a sinistra, che non ha mai dato fiducia a Prodi e che oggi è impegnato per la cacciata di Berlusconi, in tutte le lotte dei lavoratori e degli studenti.
Costruiamo insieme il PCL, "la sinistra che non tradisce", la sinistra anticapitalista.

mercoledì 3 dicembre 2008

Sky, Mediaset, Rai: spegniamo la Tv !


Non ci sorprende affatto che Berlusconi, presidente del consiglio, proprietario di tre reti televisive analogiche, altrettante a pagamento, e con le mani su altre tre pubbliche, non perdesse un attimo di tempo nel recepire l’ammonimento europeo sulla diseguaglianza dell’iva per Sky rispetto a Mediaset, e al fine di fare cassa e di indebolire il principale concorrente, eseguisse immediatamente il riallineamento di questa al 20%. Non ci stupisce nemmeno che Pd e Idv siano insorti con tanto populismo contro questo provvedimento, il quale rischia, a loro dire, "di costare ben 4 euro di aumento mensile sugli abbonamenti dei tifosi di calcio". Ciò che ci stupisce realmente, di fronte a tale senso di adempimento delle regole comunitarie da parte del governo, è il fatto che a distanza di anni, questo stesso governo non intervenga con tanta solerzia nel ratificare il provvedimento europeo che intima all’Italia di spostare sul satellite Rete 4, tv del premier, che da dieci anni occupa illegalmente le frequenze assegnate ad una Tv concorrente (Europa Sette). Nemmeno Il Pd ipocrita, e l’IDV opportunista, quando furono al governo negli anni scorsi, assieme al centro sinistra, diedero esecuzione al provvedimento. La verità è che Rete 4 sarà spostata sul satellite solo quando il governo sarà sicuro di garantire a Mediaset una posizione di monopolio anche sul digitale. Tutte le varie riforme del sistema televisivo propinate in questi anni, si veda ad esempio la legge Gasparri, mirano a questo obiettivo: La cancellazione del servizio pubblico televisivo, tramite lo smembramento ed il fallimento della RAI che sarà così privatizzata. Mai come in questi anni, il sistema televisivo si manifesta per quello che è realmente: un efficace mezzo di controllo politico e sociale, una formidabile macchina di consenso elettorale tramite i tg, e di prostituzione commerciale attraverso gli spot. Noi del Pcl ci battiamo, altresì, per un sistema televisivo pubblico, sotto il controllo non dei partiti ma dei cittadini, che utilizzi la tv per fini educativi, di divulgazione scientifica e culturale, come mezzo ricreativo e di espressione sociale, non sottoposto agli sponsor e alle lobby partitiche. In attesa di questo, spegniamo la tv ed accendiamo i cervelli!

domenica 23 novembre 2008

GRANDE SUCCESSO DELL'INIZIATIVA CON MARCO FERRANDO

Almeno un centinaio tra compagni, militanti, lavoratori e cittadini hanno preso parte alla pubblica assemblea sulla questione del lavoro da noi promossa ed organizzata venerdì scorso. Nella sala gremita del circolo Arci di Spicchio sono intervenuti Rossano Rossi (segr. CGIL Toscana) e Marco Ferrando (Portavoce nazionale PCL) i quali hanno spiegato, attraverso i loro interventi, la gravità dell’attacco portato dal governo ai lavoratori, ai pensionati e ai precari, soffermandosi più volte sulle cause strutturali che hanno prodotto la crisi economica attuale e su i provvedimenti salva banchieri adottati dal governo. Si è ribadito inoltre l’inaccettabilità della messa in discussione del contratto nazionale di lavoro, l’urgenza di reintrodurre dei meccanismi di difesa dei salari e dei redditi dal caro vita, ma soprattutto si è finalmente riconosciuta l’urgenza di un nuovo protagonismo dei lavoratori sulla scena politica italiana, specialmente nella costruzione dell’unica opposizione credibile ed efficace al governo Berlusconi. La proposta del Partito Comunista dei Lavoratori di indire il prima possibile una vertenza generale dei lavoratori, da promuoversi in un’assemblea nazionale di rappresentanti eletti dai lavoratori stessi all’interno delle fabbriche, ha trovato subito consenso, e numerosi sono stati anche gli interventi dal pubblico, sia da parte di lavoratori che di pensionati. Molto positiva è stata anche l’eterogeneità della platea degli intervenuti: sedevano insieme, infatti, operai delle aziende della zona, giovani precari, studenti universitari, compagni e compagne di varia provenienza politica e sindacale. Sicuramente questo è stato l’elemento più positivo della serata, ovvero il clima di dibattito e di confronto costruttivo tra le varie componenti, tutte consapevoli che il momento che attraversiamo è uno dei più difficili, che la strada per il rilancio della sinistra passa dalla resistenza ad ogni governo della borghesia nella prospettiva di un nuovo ordine economico mondiale, per la costruzione di una società nuova, non più schiava del profitto e dell’ingiustizia. Consapevoli tutti che solo i lavoratori, attraverso la loro unità e la loro forza, potranno essere il motore primario di una nuova stagione di lotta e di conquiste per la società intera. Paghi chi non ha mai pagato, governino i lavoratori!

martedì 11 novembre 2008

Venerdì 21 Novembre Marco Ferrando sarà ad Empoli

Si terrà Venerdì 21 Novembre, dalle ore 21.00 in poi presso il circolo ARCI di Spicchio, una pubblica assemblea aperta a tutta la cittadinanza per discutere ed affrontare le problematiche del mondo del lavoro e le nuove politiche antioperaie promosse dal governo Berlusconi attraverso la riforma Sacconi. Alla luce della attuale crisi del capitalismo globale si riacutizza infatti, in Italia ed anche sul nostro territorio, la questione salariale e pensionistica che mette di fatto sul lastrico migliaia di lavoratori e pensionati. L’avanzata galoppante del carovita ha prodotto in questi anni una moltitudine di nuovi poveri soprattutto tra i ceti operai e dei piccoli commercianti, l’emergenza abitativa ed il caro affitti hanno messo infine in ginocchio migliaia di famiglie. Di fronte a tutto questo e alla crisi dei settori di produzione, il governo Berlusconi si impegna costantemente a salvare solo i banchieri e i grandi industriali suoi amici ad alleati, il tutto a scapito dei redditi e degli interessi popolari. Come se non bastasse il Ministro Sacconi in complice accordo con la confindusrtia e con i sindacati di destra ha già messo appunto e presentato al parlamento una riforma distruttiva del mondo del lavoro, atta allo sfruttamento selvaggio dei lavoratori salariati e alla cancellazione di tutti i diritti da loro acquisiti con decenni di lotte.
La cancellazione del contratto nazionale di lavoro, sostituito da un accordo autonomo tra singola impresa e rappresentanza sindacale, porterà alla revisione al ribasso di tutti gli stipendi. La riforma della legge sul diritto di sciopero servirà a tappare la bocca ai lavoratori.
L’estensione della legge Biagi, ovvero del lavoro interinale, anche per esigenze di organico regolare nelle imprese, unitamente al ripristino del lavoro a chiamata, cancellerà la sicurezza economica e la stabilità dei lavoratori.
Il depotenziamento degli organi preposti alle ispezioni sui luoghi di lavoro e dei poteri dei giudici su queste questioni, agevolerà il lavoro nero ed irregolare, sottraendo tasse allo stato e contributi prevvidenziali ai dipendenti, e contribuirà all’aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro.

Questi sono solo alcuni dei temi che saranno discussi all’interno dell’assemblea alla quale interverranno Marco Ferrando ( portavoce nazionale PCL), Rossano Rossi ( segr. CGIL toscana) e vari rappresentanti RSU delle aziende dell’empolese.

venerdì 24 ottobre 2008

IL MOVIMENTO STUDENTESCO NON CEDA ALLE MINACCE DEL GOVERNO

Il movimento non deve cedere alle minacce del governo. Occorre generalizzare le occupazioni, difendendo scuole e università dall'intervento della polizia. La conferenza stampa di Berlusconi e Gelmini riflette la paura del governo di fronte alla crescita impetuosa del movimento studentesco. Berlusconi minaccia l'uso della forza perché è consapevole della propria crisi di consenso sul fronte scuola. Tanto più ora studenti e insegnanti non si facciano intimidire da Berlusconi. La vera "violenza" è quella dei tagli all'istruzione pubblica, non l'occupazione di scuole e università a difesa dell'istruzione. Il Partito comunista dei lavoratori dà pieno sostegno all'estensione e sviluppo della mobilitazione. Chiede alla Cgil, a tutte le forze del sindacalismo di base, a tutte le sinistre, un'immediata azione di fronte unico a difesa del movimento contro le minacce repressive del governo. Rivendica il diritto all'autodifesa di massa delle scuole e università occupate. Si impegna a favorire l'estensione delle occupazioni, la formazione di un coordinamento nazionale di delegati eletti dalle assemblee, il proseguo a oltranza della mobilitazione sino al ritiro del decreto Gelmini.

giovedì 16 ottobre 2008

IL PCL AL FIANCO DEGLI STUDENTI EMPOLESI



Il decreto Gelmini, approvato in maniera autoritaria dal governo Berlusconi attraverso l’esurpazione delle più elementari regole democratiche, mira a completare l’oscuro disegno di distruzione e svendita della scuola pubblica iniziato tempo fa dall’allora ministro Berlinguer e portato avanti da tutti i suoi successori, da De Mauro, alla Moratti a Fioroni. I cari amici del centro sinistra che oggi tanto si battono contro tale decreto sono complici anch’essi di tale macchinazione. Essi infatti ne contestano solo la reintroduzione del maestro unico e del grembiule sviando l’attenzione dal problema reale: il progetto di creazione di una scuola privata asservita sempre più alla classe borghese e riservata solo ai figli di papà, che ricacci in massa i figli degli operai e degli immigrati nelle fabbriche senza istruzione.
Gli studenti d’Italia tuttavia, e con loro quelli empolesi, sembrano aver capito la gravità dell’attacco portato al sistema d’istruzione e da subito si sono uniti nella lotta assieme ai lavoratori precari della scuola. Il decreto Gelmini oltre a distruggere la scuola pubblica, infatti, apporta un taglio immane ai finanziamenti statali, precarizzando milioni di professori e favorendo gli istituti privati e religiosi. È tempo che studenti e lavoratori lottino insieme per la difesa dei propri diritti e per il bene della società tutta. È tempo che lottino uniti utilizzando altresì quelle forme di lotta adeguate al livello dell’attacco portato loro dal governo Berlusconi: di fronte a ciò a nulla serve la concertazione sindacale, i comitati politici di partiti, e l’opposizione parlamentare. Si occupino invece sin da subito le aule e gli istituti, si eleggano comitati di sciopero e ci si mobiliti per uno sciopero generale continuato. Non è più il tempo di trattare con chi mira a distruggere la scuola pubblica. Per questo il PCL è al fianco degli studenti Empolesi e al loro fianco è disposto a portare avanti la lotta sino all’abolizione di tutte le leggi di privatizzazione della scuola. Salutiamo quindi positivamente la mobilitazione degli studenti del Pontormo, del Professionale e dell’Università auspicando che la loro battaglia si allarghi a tutte le altre aree scolastiche e serva a mettere in moto un grande e profondo lavoro di aggregazione e discussione interno agli istituti, che coinvolga veramente tutti coloro che la scuola la vivono e la fanno, dagli studenti, ai professori ai tutti i lavoratori precari.

martedì 7 ottobre 2008

TUTTI A ROMA CON I COMUNISTI L'11 OTTOBRE!

Il nostro Partito, per primo, ha lanciato l'appello per una grande manifestazione contro il governo Berlusconi e la sua politica antioperaia e antipopolare: una manifestazione imprescindibile in un momento in cui la politica suicida dell' 'Arcobaleno' e del governo Prodi, provocando la scomparsa della 'sinistra' parlamentare e dei suoi ormai svuotati simboli, sembra aver gettato nello sconforto e nella rassegnazione le masse lavoratrici. Una manifestazione imprescindibile per ridare forza all'opposizione popolare contro la barbarie dello sfruttamento bestiale dei lavoratori, del razzismo sempre più violento, del fascismo sempre più scoperto, della guerra sempre più praticata. Una manifestazione sempre più imprescindibile nella misura in cui l'illusionista di Arcore ed i banditi (per dirla coi piloti) suoi complici in Italia e nel mondo, non riusciranno a scongiurare la catastrofe che incombe sul capitalismo e sul suo barbaro modello di sviluppo I governanti dell'universo capitalistico non sanno e non possono risolvere questa colossale crisi se non intensificando lo sfruttamento del lavoro, la 'nazionalizzazione' dei debiti, l'estensione dei conflitti armati.Solo i comunisti hanno il coraggio di indicare l'unica soluzione possibile (certo sgradita a liberisti e riformisti vecchi e nuovi), ossia lanazionalizzazione dei mezzi di produzione e delle banche, l'esproprio dei grandi capitali e il governo dei lavoratori. Questi obiettivi, che a molti possono apparire velleitari come quelli della democrazia borghese prima della Rivoluzione Francese, devono tornare ad essere il punto di riferimento delle classi lavoratrici: per riaffermarli e manifestarli ai lavoratori di tutta Italia, TUTTI A ROMA CON I COMUNISTI L'11 OTTOBRE!

mercoledì 1 ottobre 2008

Marco Ferrando sulla crisi economica mondiale

«La crisi finanziaria che esplode a Wall Street e sbarca in Europa, ha messo a nudo tutta l’anarchia del capitalismo mondiale. Altro che il ’nuovo ordinè annunciato nell’89! Vent’anni di false ideologie sono travolti dalla crisi. I governi più ’liberistì nel colpire i lavoratori diventano i più ’statalistì quando si tratta di salvare i banchieri, naturalmente a spese dei contribuenti. I lavoratori che hanno subito il taglio della previdenza pubblica a vantaggio della truffa dei fondi pensione (oggi in picchiata), sono chiamati a pagare il conto delle banche truffatrici. Famiglie immiserite per anni dai mutui usurai pagano il conto lasciato dai loro strozzini: magari dopo aver perso la casa». «Tanto più oggi, tutte le illusioni su una possibile riforma sociale del capitalismo, sono prive di ogni credibilità. L’unica via d’uscita dalla crisi che sia positiva per il mondo del lavoro passa per la prospettiva del rovesciamento dell’ordine capitalistico. Per la costruzione, su scala internazionale, di una società socialista, liberata dalla dittatura del profitto e restituita al primato dei bisogni sociali. Il Pcl è orgoglioso di rappresentare in Italia l’unico partito impegnato a ricondurre ogni lotta alla prospettiva della rivoluzione sociale e del governo dei lavoratori. Sfidiamo su questo al confronto tutte le sinistre italiane».

martedì 16 settembre 2008

ALITALIA, NO ALLA SVENDITA! OCCORRE UN COMITATO DI SCIOPERO

Siamo al fianco dei lavoratori Alitalia, senza riserve.
La vostra lotta è la lotta di tutti i lavoratori italiani.
Se passa il piano CAI-BERLUSCONI si crea un precedente devastante per tutto il mondo del lavoro: decurtazione dei salari, cancellazione di anzianità e professionalità, umiliazione dei diritti contrattuali più elementari.

E' inaccettabile. E tanto più inaccettabile la firma sindacale di questa svendita.

Come lavoratori del trasporto aereo avete dimostrato in questi giorni molta combattività e determinazione.
Ora siete chiamati a usare la vostra forza con la stessa radicalità che la CAI e BERLUSCONI hanno usato contro di voi.

Vincere si può.
Si può bloccare l'intero trasporto aereo nazionale.
Si possono eleggere dal basso in ogni struttura Alitalia comitati unitari di sciopero, sino a un comitato
di sciopero nazionale capace di dirigere e unificare la lotta.

In Francia forme simili di organizzazione della lotta hanno strappato risultati proprio nel settore dei trasporti.
Perchè non riprendere quell' esempio?

Solo la forza dei lavoratori può far saltare il piano CAI-BERLUSCONI e aprire il varco
, dal basso, per l'unica vera soluzione alternativa che sia positiva per i lavoratori: la nazionalizzazione dell'intero trasporto aereo nazionale, sotto il controllo dei lavoratori
, senza indennizzo per i grandi azionisti, con l'annullamento dei debiti bancari e l'abbattimento degli stipendi milionari dei dirigenti.

E' una soluzione che garantirebbe non solo i posti di lavoro e di diritti contrattuali, ma anche il portafoglio dei contribuenti
.E una soluzione altrettanto radicale di quella pretesa dal governo: la differenza è che guarda ai lavoratori, non ai banchieri.

In ogni caso il Partito Comunista dei Lavoratori si sente mobilitato al vostro fianco, come ha dimostrato in questi giorni la presenza ai vostri presidi del nostro portavoce nazionale
(Marco Ferrando). E sosterrà tutte le azioni di lotta che vorrete intraprendere: perchè la dignità dei lavoratori vale più
dei profitti dei loro padroni.

sabato 16 agosto 2008

Adesione al Comitato Italiano Giustizia per i Cinque

Anche la cellula di Empoli del Partito Comunista dei Lavoratori, così come già fatto in precedenza dal nostro esecutivo nazionale, intende esprimere la propria solidarietà e vicinanza ai cinque eroi cubani ingiustamente detenuti dal governo statunitense. Cogliamo quindi l'occasione per denunciare e deprecare i metodi di violenza e di terrorismo che gli Stati Uniti d'America sono soliti usare all'interno delle relazioni internazionali; rinnoviamo inoltre la nostra simpatia ed amicizia verso il popolo cubano ed intendiamo nuovamente sottolineare il nostro totale appoggio alla sua eroica lotta di resistenza contro l'aggressore americano.

martedì 22 luglio 2008

Nasce la cellula di Empoli del Partito Comunista dei Lavoratori

Si è ufficialmente costituita la cellula Empolese del Partito Comunista dei Lavoratori, distaccamento territoriale della Sezione di Firenze, con lo scopo di diventare il punto di riferimento organizzativo e politico del Partito in tutta la zona della Val d’Elsa.
La nascita della cellula di Empoli è un segnale positivo della crescita costante avuta dal Pcl dopo la presentazione delle proprie liste e del proprio programma alle elezioni politiche dell’Aprile 2008, le quali hanno visto la vittoria delle destre e la disfatta delle forze del centro sinistra. Non è un caso quindi che, in una situazione di crisi economica globale, davanti all’avanzata dei governi delle destre in tutta Europa e soprattutto di fronte all’incapacità della sinistra parlamentare di proporre un’alternativa seria al capitalismo, il nostro partito sia riuscito a costruirsi e a creare consenso con un tale slancio attorno ad un programma rivoluzionario e di alternativa di classe . Tuttavia il lavoro di costruzione del partito sia a livello nazionale che internazionale non può prescindere dal radicamento dello stesso e delle proprie organizzazioni interne sui territori e nelle piccole realtà. Il Partito, infatti, necessita di strutture collettive di base, flessibili, attive e ben radicate sul territorio di appartenenza, in grado non solo di portare l’azione politica e di propaganda in maniera mirata ed efficace, ma di riconoscere e discutere le problematiche della classe operaia e della società all’interno della propria circoscrizione. Ed è proprio in questo ambito, dunque, che la cellula di Empoli trova la sua necessità di esistenza, poiché non costituisce solo un punto di riferimento per i compagni e i militanti dislocati nei vari comuni della zona ( Emploli, Cerreto Guidi, Vinci, Limite e Capraia e Certaldo), ma soprattutto diviene portatrice delle lotte e delle rivendicazioni della classe lavoratrice del territorio, che essa rappresenta all’interno del partito stesso. Le attività della cellula di Empoli saranno, pertanto, principalmente svolte all’interno dei posti di lavoro, nelle fabbriche e nelle officine, all’interno degli scioperi e dei consigli di fabbrica. L’azione politica sarà portata dalla nostra cellula anche all’interno delle scuole e delle università, nei luoghi di dibattito culturale e politico. Sarà un’azione politica attenta a tutte le lotte riguardanti il nostro territorio, riguardanti i nostri studenti, riguardanti i nostri operai. Saremo sempre con lavoratori dentro e fuori dalle fabbriche, saremo sempre con loro anche dentro le piazze.