lunedì 31 ottobre 2011

TERRORISTA E' CHI VUOLE ABOLIRE L'ARTICOLO 18


Le affermazioni rilasciate ieri dal Ministro del lavoro Sacconi riguardo ad un possibile ritorno ad un clima di terrore nel nostro paese, in seguito alla cancellazione dell'articolo 18 contenuta nella lettera inviata da Berlusconi alla UE, sono affermazioni gravissime che puntano solo a destabilizzare e distogliere l'opinione pubblica dal vero merito della questione:

Con l' introduzione del libero licenziamento, sostenuta anche da molti esponenti del PD come Ichino, si getteranno per strada centinaia di migliaia di lavoratori, senza possibilità di lavoro, senza reddito ne ammortizzatori sociali, condannandoli ad una vita di stenti e di disperazione.

Il clima di terrore, tanto invocato ieri da Sacconi, non è creato dai lavoratori e dagli studenti che non vogliono pagare i costi della crisi, ma bensì da chi la crisi l'ha provocata.

Terrorista è il governo unico della BCE e degli speculatori internazionali, terroristi sono i padroni che licenziano senza giusta causa e terroristi, infine, sono quei governi e quelle complici opposizioni che danno a banchieri e padroni gli strumenti per licenziare, derubare e affamare la povera gente.

Il debito pubblico non va pagato, le banche  e le industrie nazionalizzate, i licenziamenti vanno bloccati.

I ricchi devono pagare la crisi, i lavoratori prendere il potere!

giovedì 27 ottobre 2011

CONTRAPPORRE AL PROGRAMMA DELLA BCE UN PROGRAMMA ANTICAPITALISTA OPERAIO E POPOLARE

15 ottobre 1

Il progetto annunciato dal governo italiano a Bruxelles, basato sulla liberalizzazione dei licenziamenti- nel settore privato e pubblico- è una provocazione odiosa. Lo sarebbe in ogni caso, tanto più in un quadro di drammatica crisi sociale. Lo è a maggior ragione da parte di un governo reazionario in profonda crisi, frequentato da faccendieri, evasori, ministri in odore di mafia, che cerca la sopravvivenza nel plauso dei banchieri europei.

Contro questo disegno non sono sufficienti le parole o iniziative platoniche e dimostrative di “protesta” o “dissenso”. E' necessario dispiegare una mobilitazione di massa straordinaria e continuativa capace di bloccare davvero l'Italia sino al ritiro delle misure annunciate. Se non ora quando?

giovedì 20 ottobre 2011

LA LEGGE REALE FU UNA LEGGE ASSASSINA


Dopo i fatti di sabato 15 Ottobre a Roma, sul quali ci siamo già espressi precedentemente, molti, anche a sinistra, si sono accalorati nel richiedere misure repressive straordinarie per punire i cosiddetti violenti. Più avanti di tutti si è spinto l'onorevole Dipietro, il quale da buon questurino, ha invocato il ritorno alla legge Reale. 

Questa legge, in vigore nel nostro ordinamento dal 1975 al 1990, ampliava in sostanza il numero dei casi in cui era possibile l'utilizzo delle armi di ordinanza da parte delle forze dell'ordine in casi di ordine pubblico garantendone di fatto l'impunità in caso di ferimenti e omicidi. Quello che è meno noto al pubblico, o meglio che viene tenuto nascosto, è il bilancio tragico di questo strumento legislativo: in 15 anni ha prodotto 254 morti e 371 feriti.

Riportiamo di seguito un interessante articolo in merito alla questione tratto dal sito di informazione TMNews.

lunedì 17 ottobre 2011

ONE SOLUTION: REVOLUTION!


SULLA MANIFESTAZIONE DEL 15 OTTOBRE:

La manifestazione nazionale del 15 Ottobre a Roma ha visto una grande partecipazione di massa, una vasta presenza di giovani, un diffuso senso comune “anticapitalista”. Ma la sua dinamica è stata distorta da un impostazione politica sbagliata del coordinamento che ha promosso ed organizzato il corteo: un'impostazione che rinunciando ad indirizzare il movimento sul terreno del confronto politico col potere, ha finito con l'amplificare lo spazio di pratiche, impolitiche e nichiliste, avulse da una logica di massa. 

LA RESPONSABILITA' DI UN'IMPOSTAZIONE POLITICA RINUNCIATARIA 

Quando proponevamo una manifestazione indirizzata verso i palazzi del potere, rivendicavamo non solo il diritto a una pratica diffusa a livello internazionale, ed in particolare europeo; non solo un'iniziativa politica corrispondente alla particolare gravità della situazione italiana, alla natura particolarmente reazionaria del suo governo, alle responsabilità bipartisan nel sostegno alle banche da parte delle “opposizioni” parlamentari; ma anche perciò stesso un'iniziativa di massa capace di segnare politicamente il terreno centrale dello scontro, di unificare e tradurre su quel terreno la domanda diffusa di un corteo “radicale” e non convenzionale, di emarginare per questa via iniziative “fai da te” del tutto estranee allo sviluppo reale del movimento. 

Avevamo avvisato i naviganti: ”.. Proprio il rifiuto pregiudiziale a rivendicare il diritto a marciare verso i palazzi del potere, a preparare organizzativamente e unitariamente la gestione di piazza di questa rivendicazione, rischia questo sì di spianare la strada a iniziative minoritarie .., slegate da una logica di massa, a tutto danno dell'impatto politico del 15 Ottobre” (PCL, 25/9/2011) 

Purtroppo, siamo stati facili profeti. La scelta maggioritaria di una manifestazione rituale, nel nome del “realismo” e della scelta “pacifica”, ha ignorato la realtà e non ha garantito “la pace”. Ha semplicemente lasciato campo libero a chi ha cercato come terreno di scontro non la contrapposizione politica al potere, non lo sviluppo della radicalità del movimento e della sua coscienza politica, ma l'esercizio pratiche isolate e nichiliste, a danno del movimento di massa.

venerdì 7 ottobre 2011

SALVARE LA SCUOLA, NON LE BANCHE!

Alla testa del corteo uno striscione con scritto «Save school not banks», che richiama lo slogan degli «indignati» di New York

Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene, nell'Empolese val d'Elsa e in tutto il territorio nazionale, la giusta protesta degli studenti, partecipando ai cortei con i propri giovani militanti. Nel momento del massimo attacco alla scuola pubblica, attraverso miliardi e miliardi di euro di tagli, della distruzione dello stato sociale e della cancellazione dei diritti elementari dei lavoratori in nome dei sacrifici imposti dalla BCE e dalla dittatura delle banche, la lotta dei giovani precari e degli studenti deve necessariamente saldarsi a quella dei lavoratori.

Solo una lotta generalizzata, prolungata e radicale, che metta realmente in discussione l'attuale dittatura finanziaria delle banche in favore di un governo dei lavoratori e che miri direttamente all'assedio di massa dei luoghi del potere può aprire una nuova fase di conquiste sociali.

Per queste ragioni rivendichiamo in questa giornata di lotta:

  • Una scuola e un università pubbliche, laiche e gratuite.
  • Un grande piano di ristrutturazione degli edifici scolastici.
  • L'azzeramento dei finanziamenti pubblici per le scuole private e confessionali.
  • La cancellazione unilaterale del debito pubblico. Non più un euro agli usurai.
  • La nazionalizzazione delle banche , senza indennizzo e sotto il controllo pubblico dei lavoratori.
  • Una vertenza generale e unificante del mondo del lavoro, degli studenti e dei disoccupati, per la costruzione di uno sciopero generale prolungato.
  • L'occupazione ad oltranza delle fabbriche, degli uffici, delle scuole e delle università.

Su queste basi, il movimento studentesco si deve sviluppare in piena autonomia dal vecchio centro sinistra e da quei partiti, che in passato hanno dato inizio allo smantellamento della scuola pubblica, e che oggi si candidano al governo del paese, assumendo come programma le manovre antipopolari dettate dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea.

mercoledì 5 ottobre 2011

SALDARE LA LOTTA STUDENTESCA ALLE LOTTE OPERAIE!



Scarica e diffondi il Volantino per la manifestazione studentesca del 7 Ottobre

domenica 2 ottobre 2011

DOCUMENTO FINALE DELL'ASSEMBLEA DEL 1 OTTOBRE


Ieri, Sabato 1 Ottobre, si è svolta a Roma l'assemblea convocata sulla base dell'appello "dobbiamo fermarli" sottoscritto dalle maggiori realtà della sinistra italiana. In una sala gremita e affollata si sono succeduti gli interventi delle varie organizzazioni, sia sindacali ( USB, rete 28 Aprile) , che  politiche ( tra cui PCL, Sinistra Critica e  PRC) , e di esponenti dei movimenti come il NO TAV, ambientalisti e lavoratori autoconvocati.

Di seguito il documento finale dell'assemblea: