mercoledì 27 aprile 2011

PRIMO MAGGIO DI LOTTA, IN VISTA DELLO SCIOPERO GENERALE DEL 6 MAGGIO



NO ALLA GUERRA LIBICA DI BERLUSCONI NAPOLITANO E BERSANI

Cento anni fa fu il liberale Giolitti a bombardare la Libia, col plauso del nazionalismo più reazionario e l'opposizione del Partito Socialista. Oggi è il governo Berlusconi, col plauso del PD, e la benedizione di Napolitano. 

I vecchi alleati del regime di Gheddafi non bombardano la Libia “per difendere i civili” ma per difendere il proprio posto al sole nell'annunciata spartizione delle spoglie di quel paese. Non bombardano “a difesa della rivoluzione” ma per ipotecare il suo esito politico e bloccare la sua propagazione. 

A sua volta il governo di Bengasi si affida ai bombardieri d'occidente anche per ottenere l'investitura politica delle vecchie potenze coloniali: in contraddizione profonda, di fatto, con le aspirazioni di liberazione sociale della giovane generazione libica e della sua rivoluzione. 

Sia la rivoluzione libica a regolare i conti con Gheddafi, col necessario sostegno politico e militare dei popoli arabi! Non i bombardieri occidentali, per i propri fini neocoloniali, contro i popoli arabi e la loro rivoluzione. 

Il sostegno che Napolitano e il PD annunciano all'escalation di guerra smentisce una volta di più ogni possibile illusione nei vertici istituzionali o nel liberalismo borghese: che ancora una volta garantiscono a Berlusconi una copertura decisiva, persino sulla guerra, al solo scopo di accreditarsi presso gli ambienti dominanti- interni e internazionali- come affidabili successori di governo. 

La rottura col PD da parte di tutte le sinistre- da Vendola a Ferrero- diventa non solo un dovere morale, ma la condizione necessaria per opporsi seriamente a Berlusconi , puntare alla sua cacciata, battersi per un'alternativa vera.

giovedì 21 aprile 2011

RENZI: A CONFRONTO MARCHIONNE E' UN INETTO.

Nessuno fino ad adesso ci era mai riuscito a depennare il 1 Maggio, festa dei lavoratori,  dal calendario. Qualche anno fa persino  il Cavaliere si era lamentato che in Italia ci fossero troppe festività, che queste comportavano un danno alla crescita economica del paese, e che sarebbe stata cosa buona e giusta farle cadere tutte di domenica, come la Pasqua. Anche la confindustria si era un pò infastidita recentemente, insieme alla lega nord ma per latri motivi, riguardo la  festività assegnata in via straordinaria il 17 marzo per  celebrazione del 150 esimo dell'unità di Italia.

 A parte questi casi, ed esclusi per manifesta superiorità Mussolini e Polpot, l'operazione di mandare la gente a lavorare anche il Primo Maggio è riuscita fin qui solo al sindaco di Firenze Matteo Renzi. Questo, infatti, ha sottoscritto in questi giorni un accordo con i commercianti fiorentini,  sia del centro storico che in particolar modo delle grandi distribuzioni  ( IKEA, ESSELUNGA; COOP), accordo che concede a queste ultime svariate deroghe alle aperture domenicali, e in particolar modo per il  1 Maggio. 

Così facendo Renzi, non solo ha fatto un bel regalo alle grandi distribuzioni e alle grandi firme del centro a scapito dei lavoratori che adesso devono rinunciare ad una festività pagata, ma si è sostituito con un colpo da maestro, al  sindacato e alle rappresentanze dei lavoratori, inserendo lui stesso deroghe al Contratto Nazionale di Lavoro del settore Commercio, il quale per altro non è  stato firmato nel suo recente rinnovo proprio dalla CGIL.

 Che dire dunque? a confronto Marchionne, il quale per far digerire ai suoi operai un accordo sindacale peggiorativo ha dovuto ricattare mezza Italia, governo compreso, far uscire la Fiat da Confindustria e sottoporre i lavoratori ad un referendum ricatto, è palesemente un inetto! 

Nemmeno nelle più  verdi terre di Padania si arriva a concepire che sia il sindaco di un comune a prendere accordi riguardanti i turni di lavoro dei dipendenti di un certo settore, scavalcando a piè pari i sindacati, anche quelli concertativi o padronali. 

Se Renzi, nel suo ruolo di sindaco e  rottamatore , ha il compito di esprimere l'essenza della nuova classe dirigente del PD toscano e nazionale, non c'è da ben sperare. Renzi infatti, dopo aver preso i voti di tanta gente di sinistra, ha mostrato il suo vero volto, ovvero quello dell'affarista colluso con i poteri economici e padronali che lo hanno sostenuto e lo sosterranno nella sua scalata politica.

martedì 19 aprile 2011

IL PCL ALLE AMMINISTRATIVE IN TUTTE LE PRINCIPALI REALTA'

Il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) è presente con proprie liste indipendenti nelle prossime elezioni amministrative in quasi tutti i capoluoghi regionali (Milano, Torino, Bologna, Napoli, Catanzaro, Cagliari), in importanti competizioni provinciali ( Pavia, Treviso, Reggio Calabria) e di comuni capoluogo (Savona, Reggio Calabria), in diverse realtà minori. Complessivamente il PCL si conferma come l'unico partito a sinistra di Sel e Fds capace di una presenza nazionale diffusa. La nostra presentazione è pienamente autonoma e alternativa a centrodestra e centrosinistra, sulla base di un programma coerentemente anticapitalista. La parola d'ordine “ Fare come in Tunisia e in Egitto”, cacciare Berlusconi con la mobilitazione popolare, lottare per un governo dei lavoratori, sarà al centro della nostra campagna
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sabato 16 aprile 2011

VITTORIO ARRIGONI: L'ELIMINAZIONE "ESEMPLARE DI UN TESTIMONE".



Giustificato nutrire non poche riserve sulle presunte motivazioni e sulle circostanze di un’esecuzione che tutto è stata fuorché un rapimento mirato ad ottenere la liberazione di “esponenti salafiti”. Vittorio Arrigoni non era un dirigente o un militante di Hamas, ma il testimone obiettivo e eloquente delle repressioni e degli eccidi israeliani nella Striscia di Gaza prima, durante e dopo l’operazione Piombo Fuso. 

Prima facie, in attesa dell’esito degli interrogatori degli assassini e delle indagini, non è azzardato ipotizzare che si sia trattato dell’eliminazione esemplare e pilotata tramite terzi – balordi o estremisti fanatici – di un testimone unico e indipendente nell’imminenza di altre iniziative a favore del popolo palestinese, quali la partenza a maggio di una seconda flottiglia internazionale della pace diretta a Gaza. 

Fuori dal contesto di questa barbarica esecuzione, e anche se irrilevante come ogni altra iniziativa della politica estera italiana, va ricordato che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato il solo capo di Governo Europeo ad accogliere la richiesta israeliana di ostacolare la nostra partecipazione alla flottiglia della pace e ad impegnarsi a bloccare la partenza della nave “Stefano Chiarini” con il suo carico di aiuti umanitari destinati al popolo martoriato della striscia di Gaza.


Lucio Manisco

venerdì 15 aprile 2011

UN BARBARO ASSASSINIO

Il sequestro e assassinio di Vittorio Arrigoni da parte delle squadracce più reazionarie dell'integralismo islamico a Gaza, è un autentica infamia. Tanto più perchè realizzato contro un compagno da sempre impegnato in prima linea, con la massima generosità e il massimo coraggio, al fianco del popolo palestinese contro i crimini del sionismo: crimini che Vittorio ha sempre denunciato e documentato contro ogni silenzio e complicità, sino a fare di questa denuncia una ragione di vita. Questo assassinio barbaro rafforza la nostra determinazione a lottare per la piena autodeterminazione del popolo palestinese, contro lo Stato sionista e contro ogni forma di panislamismo integralista. Ai familiari di Vittorio e a tutti i suoi compagni ed amici, a partire dalla redazione de Il Manifesto, il cordoglio più sentito e un forte abbraccio.

venerdì 8 aprile 2011

ASSEDIAMO IL GOVERNO E RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO FUTURO!

TESTO VOLANTINO PER LE MANIFESTAZIONI DI SABATO 9 CONTRO IL PRECARIATO.

Negli ultimi 15 anni è stato rubato il futuro a milioni di giovani. Le politiche sviluppate dai governi Berlusconi hanno, solamente, tutelato gli interessi del padronato italiano a discapito di giovani che hanno subito e subiscono controriforme, reazionarie e precarizzanti. Stessa politica ha fatto il centro sinistra ( compresa la sinistra radicale) che si è affrettata in nome della “governabilità” ( tradotto difesa della propria poltrona) a votare il pacchetto Treu e le legge 30. 

E’ curioso, perlomeno poco credibile per usare un eufemismo, vedere oggi i vari Ferrero, Deliberto e Vendola affannarsi a difesa dei giovani per l’abolizione delle leggi precarizzanti quando poco tempo fa le hanno sostenute…( ipocrisia o falsa coscienza?) 

Dunque sta a noi, fuori dai palazzi, portare avanti una lotta seria e coerente contro la piaga sociale del precariato. 

Per questo è necessaria una piattaforma di lotta immediata, che unisca in un fronte unico d’azione tutte le sinistre sindacali, politiche e di movimento, per una lotta ad oltranza che porti alla richiesta dell’ abolizione di tutte le norme sul precariato (dal Pacchetto Treu e alla Legge Maroni) e imponga l’assunzione a tempo determinato di tutti i precari. 

I soliti burocrati del PDL e del PD, che ci chiedono a noi i sacrifici con la stessa nonchalance ci chiedono : “ ma dove troviamo le risorse per tale politica?” 

Le risorse? Le dovete trarre da quelli che finora non hanno mai pagato, per merito dei vostri governi, la crisi: i grandi gruppi finanziari italiani, i grandi evasori e le banche. PDL e PD traggano ad esempio da una riforma fiscale che prelevi dai grandi patrimoni e redditi aliquote progressive, dalla gigantesca evasione fiscale (200 miliardi di euro) , dal fiume di miliardi regalati ogni anno a banchieri, gruppi industriali e scuole private, dalle spese militari (ad esempio 13 miliardi di cacciabombardieri inutili e dannosi), dai privilegi del Vaticano (6 miliardi di agevolazioni fiscali) dai miliardi sprecati per “grandi” opere speculative ed inutili (Expo2015, ponte sullo stretto ecc.), dai costi della “casta” parlamentare e così via. 

L’attacco è così grave, vedi la scuola , da richiedere forme radicali e continuate di mobilitazione sino all’occupazione delle scuole e delle sedi istituzionali da organizzare con molta serietà e cercando di unire le forze studentesche, degli insegnanti e del modo del lavoro; certo è difficile, soprattutto di questi tempi, ma noi pensiamo che solo se si riuscirà ad organizzare questa grande unità sociale e queste forme radicali di lotta, il movimento per bloccare i tagli potrà acquistare una grande forza e avere successo 

Per l’abolizione di tutte le leggi precarizzanti 
Per l’assunzione immediata di tutti i precari 
Per un salario minimo garantito ( pari all’80 per cento di uno stipendio medio) a tutti i disoccupati 
Per la riduzione della settimana lavorativo, lavarorare tutti lavorare meno, a 32 ore. 
Per l’aumento salariale, L’Italia ha gli stipendi dei lavoratori tra i più bassi d’Europa.

giovedì 7 aprile 2011

LA CINA E' VICINA.

E' di questi giorni la notizia che a Prato, presso alcuni laboratori gestiti da imprenditori cinesi, due lavoratori hanno perso la vita per cause sospette. Pare che questi due giovani operai, un ragazzo ed un a ragazza di 29 anni, siano stati stroncati da malori provocati da alcune "sostanze dopanti" che regolarmente assumevano per riuscire a far fronte agli assurdi ritmi di lavoro.

Conosciute a tutti sono, infatti, le condizioni di sfruttamento nelle quali molti imprenditori cinesi tengono i lavoratori loro connazionali, costretti a mangiare e dormire nel solito luogo dove producono "plus valore", costretti a turni massacranti di oltre 12 ore continuative, in barba a tutte le più elementari norme di sicurezza e di igiene. 

Ciò che colpisce però è sicuramente il fatto che anche nel giovane proletariato italiano, quello delle fabbriche ma anche dei call  center e del precariato cronico, inizi a circolare l'abitudine a far ricorso a sostanze " dopanti" o stimolanti per sostenere i ritmi e i carichi di lavoro del nuovo sistema produttivo capitalista italiano ed internazionale.

Non occorre entrare troppo nello specifico, per toccare con mano la " cinesizzazione"  del nostro sistema produttivo.

Basta gettare lo sguardo ai recenti accordi di Pomigliano e Mirafiori, che tra poco saranno estesi anche a tutti gli altri settori, per trovare in questi l'aumento dei ritmi produttivi a parità di salario ( chiamati dai padroni più elegantemente "produttività") e la riduzione delle pause e dei giorni di malattia; la militarizzazione degli stabilimenti con l'abolizione delle R.S.U. e la sospensione, di fatto, dello statuto dei lavoratori e del contratto nazionale.

Insomma non c'è da stupirsi se difronte a tali sovraccarichi di lavoro e a tale immensa e disumana alienazione, qualcuno impazzisca, un altro si "dopi", altri ancora ( usanza molto diffusa ad esempio in Giappone ) si tolgano la vita.

E che cavolo!  siamo uomini non macchine....

martedì 5 aprile 2011

NON ESISTONO C.I.E. BUONI!

Ieri sera, 4 Aprile 2011, 15 migranti Tunisini provenienti da Lampedusa sono approdati ad Empoli in base al piano di accoglienza predisposto dal governatore della Regione Enrico Rossi. 

Questo piano di accoglienza, sostenuto da tutto il centro sinistra toscano, tenta di umanizzare i centri di detenzione per i migranti, dandoli in gestione alle associazioni di volontariato e riducendoli nelle dimensioni. 

Sicuramente è vero che questi piccoli centri siano più gestibili e meno disumani delle tendopoli proposte dal governo e dal ministro leghista Maroni, ma ciò non toglie che una galera, se pur vivibile sia sempre una galera. 

Il vero problema, del quale il PD regionale non vuol prendere atto ( forse perché troppo impegnato ad inseguire le politiche guerrafondaie delle destre) , è il reato di immigrazione clandestina alla base della natura stessa dei Centri di identificazione ed espulsione. 

In questi centri, infatti, si detengono per periodi anche di molti mesi, tutti gli immigrati considerati “clandestini”dalla legge, al fine di identificarli ed espellerli dall'Italia, quando tutti poi sappiamo che per loro l'Italia è solo una corridoio di passaggio per la Francia e per la Germania. 

Tutto ciò in palese contrasto con le norme internazionali sul diritto di asilo politico e con i trattati di libera circolazione delle persone. 

Tutto ciò dimenticando che queste persone fuggono da regimi dittatoriali ( come quello di Ben Ali, o di Moubarak) sostenuti per decenni dai nostri governi, fuggono dallo sfruttamento incessante delle loro risorse naturali e umane da parte delle nostre aziende che de-localizzano al fine di abbassare i costi di produzione, scappano infine dalle bombe umanitarie sganciate sulle loro teste dai nostri caccia. 


Per la libera circolazione delle persone all'interno dei territori europei, 

Per l'abolizione del reato di clandestinità, 

Per la chiusura di Tutti i CIE piccoli o grandi che siano, 

Per l'immediato ritiro delle truppe italiane da tutti le missioni di guerra. 

Solidarietà di classe con i migranti.

domenica 3 aprile 2011

ABBATTIAMO I LAGER PER I MIGRANTI: IL REATO DI CLANDESTINITA' NON ESISTE!

Il concentramento di diverse migliaia di migranti sull'isola di Lampedusa ha permesso al governo di creare ad arte un'emergenza che non esiste al solo fine di speculare sulle paure dei cittadini. 

Tra governo e forze d'opposizione non fa che rimbalzare slogan che questi migranti "non sappiamo dove metterli", ma le cifre di Lampedusa possono solo far sorridere se comparate all'imbarazzante quantita di abitazioni sfitte che ci sono in tutta Italia. L'emergenza esiste solamente perchè i governi di centrodestra e centrosinistra hanno voluto perseguire dagli anni '90 in poi politiche reclusive e concentrazionarie nei confronti dei flussi migratori, anche per adeguarsi all'Europa di Schengen. 

La retorica leghista non fa che paventare lo spauracchio dell'invasione degli arabi mentre l'opposizione non fa che attribuire l'emergenza all'incapacità dei governanti, fingendo di non vedere le falle strutturali che il sistema di gestione repressiva dell'immigrazione in atto in Italia comporta e che anche loro hanno contribuito a costruire. 

L'emergenza è infatti una circostanza straordinaria rispetto alla norma, ma la situazione di Lampedusa e l'allarme che si è generato in molti territori italiani, tra cui quello di Coltano a Pisa, è esattamente la norma, è ciò che i governi di centrodestra e centrosinistra vogliono e hanno voluto per anni con la promulgazione della Turco-Napolitano, della Bossi-Fini e del famigerato pacchetto sicurezza. La diatriba tra opposizione e governo si risolve quindi in una querelle sulle dimensioni dei campi di concentramento e se da un lato Maroni rivendica la costruzione di 10.000 posti nei CIE, in cui dovranno essere rinchiusi i migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria che anche l'Italia, insieme agli altri paesi europei e agli Stati Uniti, conduce e produce in Africa, il PD, nella persona del Presidente della Regione Toscana Rossi propone una sorta di delocalizzazione del concentramento dei migranti, ribadendo la volontà di creare piccoli CIE gestiti dall'associazionismo e sparpagliati sul territorio. 

Dove sta la truffa? Che grande o piccola una prigione è sempre una prigione, che grande o piccolo un campo di concentramento rimane un campo di concentramento. 

La soluzione non può essere il cosiddetto modello toscano, che continuerebbe a proporre una soluzione detentiva e che continuerebbe a tutelare gli interessi di quelle associazioni come la Croce Rossa che ogni giorno lucrano sulla pelle dei migranti, ricevendo ingenti finanziamenti per la gestione dei CIE. 

Il cosiddetto modello Toscano non è altro che un espediente che il PD cerca di sfruttare per conservare quella parte di consenso che sulla questione migranti rischia di farsi sfuggire a favore di posizioni leghiste. 

E' l'ennesima riprova dello slittamento a destra, anche su questioni sociali, oltre che su quelle lavorative del cosiddetto centrosinistra e del PD. 

Come Partito comunista dei lavoratori ribadiamo quindi l'immediata necessità che l'Italia si ritiri dall'aggressione imperialista alla Libia e che sospenda la concessione delle basi militari alla NATO; 

Che sia rispettato il diritto alla libera circolazione degli individui e che si interrompa ogni forma di reclusione dei migranti, giovani, lavoratori, disoccupati, donne, bambini, anziani che fuggono dalle stesse bombe che anche gli aereoplani italiani lanciano sul nordafrica; 
Che sia concesso a quella enorme moltitudine di migranti che vogliono ricongiungersi con i loro familiari negli altri paesi d'Europa di raggiungerli, anzichè essere rinchiusi in campi di prigionia e minacciati di rimpatrio in zone di guerra; 

Che i migranti siano messi in condizione di chiedere il diritto d'asilo e che vengano tutelati i loro diritti fondamentali. 

Infine ribadiamo il nostro NO categorico ad ogni forma di detenzione dei migranti, il nostro NO categorico ad ogni CIE, sia questo nel modello Maroni o nel modello Rossi. 

In tutto il mondo arabo i lavoratori e i giovani si stanno sollevando contro regimi che apparivano fino a pochi mesi fa inespugnabili e tutelati vigliaccamente dall'occidente e dalla stessa Italia come garanti dei loro interessi di sfruttamento in quei territori. 

La moneta con cui l'occidente ripaga i giovani ed i lavoratori del nordafrica sono le bombe. 

Per tutti questi motivi risulta mai come oggi attuale il nostro appello FARE COME IN EGITTO ED IN TUNISIA. 

Continueremo per tanto a chiedere con forza a tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, di liberarsi dell'abbraccio paralizzante del PD e di unire la proprie forze in una mobilitazione straordinaria che abbia il coraggio di provare a vincere e a cacciare il governo piu' reazionario della storia repubblicana d'Italia.