martedì 19 gennaio 2010

ECCO IL FRUTTO DELLE POLITICHE XENOFOBE DELLA LEGA NORD!



“Vietato l'ingresso ai cinesi che non parlano italiano.” Così recita il cartello apparso in questi giorni all'entrata di un negozio del centro. Ad affiggerlo il negoziante che si sarebbe proclamato esasperato dalla frequentazione del locale da cinesi.

Nel condannare il gesto, sintomo del clima di odio generale che la crisi economica ha creato, non possiamo però che invitare il lettore ad effettuare almeno due importanti considerazioni:

Chi ha creato la situazione che stiamo vivendo, a e chi fa comodo sfruttarla?

L'attuale crisi non è che la conseguenza del fallimento di tutte le politiche economiche degli anni Novanta, meglio note ormai come “globalizzazione”, ovvero dell'alleanza strategica tra Cina-India ( paesi produttori) e USA- UE ( paesi importatori ) per lo sfruttamento delle risorse globali.

Nel 2007 però, quando la Cina decide di disinvestire dal mercato Occidentale una cifra pari ad un triliardo di dollari per buttarlo principalmente sul mercato interno e Africano, produce di fatto uno dei più grandi riassetti economici mondiali.

L'occidente si trova così in una situazione duplicemente sfavorevole:

Non può produrre, ( perché ormai la sua manodopera è troppo costosa)e non può più importare e rivendere perché i suoi mercati interni sono fermi.

Conseguenza di questo è che in Italia le fabbriche chiudono, de-localizzano, gli operai sono a casa e i negozianti non battono chiodo, mentre i capitalisti cinesi, che grazie alle agevolazioni dello stato capitalista italiano hanno deportato dal loro Paese centinaia di migliaia di schiavi, continuano a produrre più o meno clandestinamente sfruttando la manodopera a basso costo.

In questo gioco perverso, le destre e la Lega ci sguazzano benissimo, e mirano sempre a mettere gli uni contro gli altri, i lavoratori cinesi e italiani, cercando di farci fare la gara su chi debba arrogarsi il diritto di essere sfruttato.

Delle due l'una... o smascheriamo i giochi dei vari Bossi e Borghezio e iniziamo a lottare unitariamente per i diritti dei lavoratori italiani e stranieri, ponendoci come obiettivo il superamento del sistema capitalistico, oppure ci ritroveremo tutti, italiani, cinesi, marocchini ecc., schiavizzati alla stessa catena di produzione, magari da padroni in camicia verde.

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