lunedì 24 gennaio 2011

VENERDI 28 GENNAIO SOSTIENI LO SCIOPERO GENERALE!

Con l’accordo del 23 dicembre voluto dalla dirigenza Fiat e sottoscritto da sindacati complici dei padroni e nemici dei lavoratori (Film-Cisl, Uilm-Uil, Fismic), l’azienda mira a imporre un controllo assoluto sui tempi di lavoro e di vita dei dipendenti, con l’aumento dei turni e degli straordinari obbligatori, la riduzione delle pause e dei giorni di malattia. Non solo: l’arroganza del padrone arriva a prevedere sanzioni per chi sciopera, e a “cancellare” le rappresentanze sindacali che non hanno firmato l’accordo. Ancora, gli stessi rappresentanti sindacali non saranno scelti democraticamente dai lavoratori, ma nominati dalle burocrazie sindacali. E, per assicurarsi che nessuno alzi la testa il padrone cambia nome alla fabbrica: la dirigenza Fiat prevede di licenziare tutti gli operai, per riassumere solo quanti accetteranno le condizioni imposte. Il piano Marchionne (sperimentato già a Pomigliano e ulteriormente peggiorato) segna un passaggio epocale nel rapporto tra padronato e lavoratori nel nostro paese, cancellando il contratto collettivo nazionale, il diritto di sciopero e la stessa rappresentanza eletta dai lavoratori. Si vuole riportare gli operai alle condizioni degli anni cinquanta cancellando le conquiste ottenute da decenni di lotte.
A pagarne le conseguenze non sarebbero solo gli operai di Mirafiori e di Pomigliano: se dovesse passare, questo modello si imporrebbe ben presto anche nelle altre aziende, e nello stesso settore pubblico, dove non a caso il ministro Brunetta ha già detto di condividere questo progetto. Con la cancellazione nelle grandi fabbriche dei diritti più elementari del lavoro le condizioni di quanti oggi vivono e lavorano sotto costante ricatto, dipendenti delle piccole aziende, lavoratori a nero, precari, verrebbero definitivamente normalizzate e non potranno che peggiorare. Per questo motivo i lavoratori devono opporre la più ferma resistenza al piano Marchionne!

Il fatto che, chiamati al referendum sotto il ricatto della chiusura dell’azienda, con le forze politiche di centrodestra e centrosinistra (PDL, PD) schierate con gli interessi padronali oltre il 46 % dei lavoratori (ma con i soli voti operai si sarebbe arrivati al 50%) si siano espressi per il NO rappresenta un importantissimo segnale di resistenza operaia. Questo segnale va raccolto: si tratta di proseguire la lotta, a partire dallo sciopero del 28 gennaio, indetto da Fiom e sindacati di base, per arrivare ad un vero sciopero generale, che, coinvolgendo le altre categorie (i precari, gli studenti, i disoccupati) blocchi il paese, piegando il disegno di Marchionne e della sua cricca, e mettendo in discussione le politiche antipopolari portate avanti dal governo Berlusconi, dalla riforma Gelmini sull’università ai tagli alla scuola, alla sanità, ai servizi.

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