sabato 15 gennaio 2011

MIRAFIORI: IL NO AL 46%. RIPARTE LA LOTTA DI CLASSE!

Nonostante il ricatto morale e materiale al quale erano sottoposti, " o voti si o ti mandiamo in mezzo ad una strada" , quasi la metà complessiva degli oltre 5.000 lavoratori dello stabilimento FIAT di Mirafiori ha deciso eroicamente di non piegarsi ai "dictat" di Marchionne e al suo piano industriale neo-schiavista . Decisivo per lo spostamento del verdetto finale in favore del SI è stato il voto favorevole dei 500 impiegati e dirigenti intermedi i quali partecipavano al voto anche se l'accordo sui quali erano chiamati ad esprimersi non toccava minimamente le loro posizioni contrattuali. 

La memoria non può che tornare quindi al 1980 quando la cosiddetta "marcia dei colletti bianchi" impose la fine dell'occupazione dello stabilimento Torinese che durava ininterrotta da 35 giorni, segnando forse la più cocente sconfitta del movimento operaio del dopoguerra. Da allora, in questi ultimi trent'anni, la classe operaia ha vissuto il più brutto periodo della sua storia: ha visto l'introduzione del lavoro precario e interinale, il diminuire dei salari, l'innalzamento dell'età pensionabile e la perdita dei diritti sindacali. Il tentativo attuale del padronato, del quale gli accordi di Pomigliano e Mirafiori sono solo rappresentazioni, va oltre anche a queste sconfitte: si vuole di fatto, riportare i metodi produttivi all'800 e le condizioni dei lavoratori a quelle dello schiavismo.

Ieri come oggi, per perseguire i loro interessi, i padroni hanno trovato degli alleati all'interno dei lavoratori stessi, nei sindacalisti "gialli" e nei capi-reparto. Laddove non può la disperazione personale dell'operaio arriva il padrone a corrompere, a comprare,dividere, mentire e ingannare: A mettere gli uni contro gli altri i lavoratori.

Resta il fatto che nei centri produttivi dello stabilimento, nelle carrozzerie il NO ha vinto ovunque, e  senza il voto dei "quadri"  asserviti, il NO avrebbe vinto, anche se di misura, nel totale dei lavoratori. 

Marchionne non esce quindi per nulla vincitore da questo scontro. Da oggi infatti egli è consapevole che la maggioranza degli operai lo avverserà continuamente, che questi potranno contare nel futuro anche dell'appoggio di chi ha votato SI solo per disperazione, che attorno alla resistenza eroica degli operai di Mirafiori si sta serrando un fronte unitario di lotta pronto a mettere in piedi uno sciopero generale ad oltranza.

Insomma se trent'anni fa Mirafiori segnò la fine della lotta di classe in Italia, oggi Mirafiori può e deve diventare l'emblema e il punto di partenza di una nuova stagione di lotta operaia.

Per l'occupazione immediata di tutti gli stabilimenti FIAT, e per la sua nazionalizzazione!
Per lo sciopero generale ad oltranza, fino alla vittoria!
Se ne vadano tutti: governino i lavoratori!


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