domenica 30 gennaio 2011

MESSAGGIO DEL PCL AL CONGRESSO DELL' A.N.P.I. DI EMPOLI

Cari Compagni,


Vi ringraziamo innanzitutto dell'invito a partecipare ai lavori del vostro XV congresso, al quale purtroppo non possiamo prendere parte a causa dei molti impegni politici già assunti da tempo, e vi inviamo i saluti e l'abbraccio di tutti i compagni della Sezione Empolese del Partito Comunista dei Lavoratori.

Vi inviamo comunque questo messaggio che vuole essere tutt'altro che formale o di rito, ma uno spunto di riflessione per il vostro dibattito congressuale.

Da tempo noi seguiamo con stima ed interesse le attività della vostra associazione, specialmente in questi tempi di avanzata politica delle destre sia in campo sociale che culturale. Da un lato infatti viviamo oggi la fascistizzazione del lavoro, con un ritorno delle condizioni dei lavoratori a quelle del ventennio: lo stesso accordo di Mirafiori voluto da Marchionne e finalizzato a sopprimere il diritto di sciopero e le rappresentanze sindacali, assomiglia terribilmente a certi accordi voluti e firmati all'epoca da Mussolini. Dall'altro lato la contro-riforma dell'università firmata dalla Gelmini, ricaccia l'università italiana indietro di 50 anni, sempre più pericolosamente vicina ai modelli di insegnamento della scuola fascista e padronale. In campo culturale infine, la criminalizzazione dei comunisti e dei partigiani, a favore della riabilitazione storica dei repubblichini fascisti è inaccettabile.

Sicuramente questa di oggi non è l'Italia che volevano i partigiani. Al contrario, è questa un Italia governata da post-fascisti come fini e la Meloni, tenuta in mano dagli stessi grandi industriali come la FIAT, i quali sempre avversarono le rivendicazioni operaie del '900 e nel ventennio finanziarono Mussolini e il suo regime.

Oggi come ieri c'è bisogno, dunque, di una guerra di liberazione. C'è bisogno di creare in Italia, un vasto movimento di ribellione sociale, che parta dagli operai e dagli studenti, e si generalizzi in tutto il paese, per fermare l'offensiva padronale e cacciare finalmente Berlusconi.

E' in questa prospettiva generale che noi del PCL inquadriamo la battaglia antifascista. Una battaglia anzi tutto contro il capitale che sfrutta ovunque i lavoratori, e contro i padroni che finanziano il fascismo a difesa dei propri interessi. E' in questo senso che noi ci intendiamo antifascisti. Ed è per queste ragioni che lavoriamo in tutta Italia, si veda l'esperienza del Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano che più volte ci ha visto uniti nella stessa lotta, per la costruzione di un fronte unico antifascista: un fronte di lotta contro il revisionismo storico, contro la violenza dei gruppi neofascisti, ma anche un fronte di lotta contro l'offensiva padronale e le politiche repressive dei governi del capitale.

Vogliamo concludere questo messaggio con una frase semplice ma estremamente significativa dei tempi che stiamo vivendo: “ Noi siamo antifascisti perché ogni ascesa del fascismo testimonia di una rivoluzione mancata”.

A tutti voi un sincero augurio di buon lavoro,

I compagni del Partito Comunista dei Lavoratori sez. Empoli

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