domenica 4 gennaio 2009

Cgil e Sammontana: non facciamo confusione, se sto con chi lavora non sto con il padrone.


È stato assegnato domenica 30 novembre 2008, dal comune di Empoli, il premio sant’Andrea d’oro alla famiglia Bagnoli, titolare dell’industria alimentare Sammontana, la quale da anni produce gelati e derivati nel territorio empolese. Il sindaco Cappelli ha conferito tale onoreficenza ai proprietari della azienda "per aver dato", parole sue, "un forte contributo allo sviluppo della città di Empoli ed alla crescita dell’occupazione, anche femminile, attraverso un’impresa che oggi è diventata leader del settore agroalimentare del nostro paese, e che con impegno e tenacia ha saputo costruire una grande azienda ed ha conseguito risultati importanti, a dimostrazione delle grandi capacità imprenditoriali del nostro territorio e come buon esempio per il futuro".
Non ci stupisce che, in buona tradizione confindustriale, il PD comunale abbia voluto insignire di tale prestigioso titolo un imprenditore, il quale con tanto "sudore" avrebbe costruito non solo la propria fortuna, ma anche la fortuna di tutto la città di Empoli. Un imprenditore che, sempre a dire del sindaco, avrebbe creato migliaia di posti di lavoro, e quindi ricchezza sociale, e che avrebbe addirittura contribuito all’emancipazione delle donne inserendole nel proprio sistema produttivo. Vorremo suggerire, a questo proposito, di proporre la dirigenza della Sammontana anche per la candidatura al premio nobel.
Ma proviamo ad uscire un attimo dalla logica perversa del piccolo e medio borghese. Proviamo a vedere come questo imprenditore ha fatto realmente la propria "meritata" fortuna: fosse che, sfruttando per decenni le masse lavoratrici e le forze lavoro stagionali sottopagate della zona, egli abbia accumulato un plus- valore, che a noi comunisti piace chiamare capitale? E fosse che proprio questo gruzzoletto, chiamato capitale, non sia che il frutto di una rapina costante al lavoro della povera gente? Può darsi. Fatto sta che oggi questo signore possiede belle ville, macchine e soldi a palate, così tanti da permettersi l’appoggio di Medio Banca in una scalata da 190 milioni di euro per l’acquisizione del gruppo GranMilano ( holding Barilla, con un fatturato annuo di 152 milioni), portandosi così ad una quota di mercato complessiva in Italia pari a quella della Nestlè ( entrambe attorno al 20-25%). Per questa eroica impresa, come se i soldi investiti gli avesse sudati alla catena e non derubati con lo sfruttamento duraturo di 1600 dipendenti, il sindaco di Empoli gli conferisce anche un premio, mentre i suoi operai e la gente che ha sfruttato in questi anni, sono ancora li a lottare per arrivare a fine mese.
Tutto ciò, ribadiamo, non ci stupisce. La cosa che ci stupisce veramente è la presenza della CGIL, ben seduta insieme a Confindustria, alla cerimonia di premiazione del nuovo santo empolese. Strano che lo stesso sindacato, che il 12 dicembre scorso ha portato in piazza milioni di persone contro il governo e contro i padroni, sbandierando ai lavoratori una paventata rottura della concertazione, solo pochi giorni prima si trovasse a braccetto con i padroni stessi e col PD per celebrare i successi della classe imprenditrice empolese.
La verità è che la CGIL è tuttora sottomessa alle direttive del PD e pesantemente coinvolta nella strategia di compromissione e svendita degli interessi dei lavoratori.
Vorremmo dire alle CGIL e al PD, che tacciono da tempo sulla situazione di sfruttamento dei lavoratori precari da parte delle 12 agenzie di lavoro interinali presenti a Empoli,( le quali trovano sostentamento proprio grazie ad accordi e contratti con aziende come la Sammontana), di non fare confusione: se uno sta con chi lavora, non può stare anche con il padrone.

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