venerdì 8 luglio 2011

DALL'IPRITE AL GAS CS: L'UTILIZZO DELLE ARMI CHIMICHE NELLE FORZE ARMATE ITALIANE


Sin dalla prima comparsa sulla scena mondiale dei gas asfissianti e tossici nei primi anni del '900, l'esercito italiano ha fatto largo impiego di questi mezzi in tutte le proprie esperienze belliche e non solo. L'uso sistemico dei gas venefici viene introdotto come strategia di guerra durante la prima guerra mondiale ( 1914- 1918) nella quale i reparti italiani usavano innaffiare, per intere ore,  le trincee nemiche con questi vapori per poi coraggiosamente procedere all'assalto finendo i  moribondi  con mazze ferrate medievali. I reparti speciali addetti a questa operazione venivano chiamati " squadre della morte", riciclate di li a qualche anno da Mussolini nelle squadre fasciste armate di manganello e di olio di ricino.

Ma fu durante l'invasione Imperiale della Libia e dell'Etiopia che l'esercito italiano si mise all'avanguardia nell'impiego massiccio delle armi chimiche come il Fosgene ( che distrugge le membrane delle cellule esposte provocando emorragie interne) e l'Iprite ( meglio conosciuto come gas mostarda la cui principale caratteristica è quella di penetrare nella cute e aprire profonde piaghe). Esistono oggi prove storiche che attestano come l'impiego di queste sostanze fosse stato autorizzato, anzi richiesto, da Mussolini in persona.

Nel 1958 l'esercito britannico a Cipro da il via ufficiale all'utilizzo di una nuova sostanza il Gas CS, scoperto nel 1928, il quale non ha effetti devastanti come le sostanze precedenti ma che si rivela particolarmente utile nel disperdere le folle, sedare le rivolte e stanare i ribelli. 

Il gas CS, ovvero orto-clorobenziliden-malononitrile detto CS dal nome dei suoi inventori Ben Corson e Roger Staughton,  è un gas lacrimogeno tossico che ha comportamenti ed effetti molto diversi a secondo delle modalità d'impiego: si va dalla leggera lacrimazione degli occhi, alla sensazione di nausea e vomito, fino al danneggiamento dei polmoni e del fegato o alla morte per asfissia.

 Il CS, infatti, essendo solido allo stato naturale ha bisogno di essere vaporizzato  mediante l'accensione o attraverso l'utilizzo di composti chimici. E proprio da questa combustione che nasce la pericolosità di questo gas, che se usato in campo aperto e in dosi esigue è poco dannoso, ma se usato in luoghi chiusi o in dosi massicce provoca danni ingenti a chi vi viene in contatto.

Per queste ragioni, dopo essere stato impiegato tra l'altro nella guerra del Vietnam, nell' Ulster e persino da Saddam Hussein contro i curdi, nel 1997 è stato messo al bando dai trattati internazionali sulle armi chimiche.

Nonostante tutto, la polizia italiana  ha dimostrato nella recente repressione del movimento NO TAV in Val di Susa di continuare a fare un utilizzo sistematico di armi chimiche bandite dai trattati internazionali per tenere a bada i cittadini e i lavoratori che iniziano a mettere in discussione il sistema capitalista nel quale vivono.

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