domenica 5 giugno 2011

PER CHI LAVORA UN OPERAIO?


Come ogni anno, il 5 Giugno ( ovvero il 156° giorno dell'anno) ricorre il famigerato " tax fredoom day”, cioè l'ultimo giorno dell'anno in cui tutta la retribuzione da noi percepita per il nostro lavoro salariato è destinata esclusivamente alla tassazione. In altre parole, è questo il giorno in cui l'operaio smette di andare a lavorare per lo Stato, oltre che per il profitto del padrone, e comincia a lavorare per la soddisfazione dei propri bisogni. 

Prendiamo il caso di un operaio tipo, contratto a tempo indeterminato, settore privato retribuzione teorica mensile 1400 euro mensili, quattordici mensilità. 

In un anno il povero cristo lavora 1968 ore e percepisce un reddito totale di 19600 euro. Sennonché ancor prima di versarli lo Stato si prende la sua parte ovvero il 40% ( 7840). e all'operaio restano 11780. Nemmeno mille euro al mese. Da questo momento in poi il soggetto inizia a fare i conti con le spese ed i bisogni. 

Per primo c'è la casa, per la quale l'operaio spenderà in affitto o in mutuo non meno di 400-500 euro mensili per un ammontare totale di 5400. restano quindi 6380 euro ( 531 euro al mese). 

Iniziano poi le bollette, luce, acqua, gas, beni primari che incidono sul reddito del dipendente 600 euro annui ( 50 euro al mese) . Togliamo dal computo poi il cibo, vestiti e altri generi primari per un totale di 1200 euro annui ( 100 mensili). 

Siamo già a quota 381. mettiamo poi che l'operaio possegga un auto, 600 euro anno di assicurazione ( 50 mensili) e un mille di benzina ( circa 100 al mese ) si arriva presto a 231 euro al mese. 

Tolte queste spese e non calcolati gli imprevisti ( spese mediche, interventi di manutenzione di casa o auto) possiamo stimare che l'operaio spenda per se stesso, ovvero per assecondare le proprie inclinazioni e piaceri, circa 2772 euro all'anno. Che facendo due conti rappresentano il 14% del reddito iniziale. 

Se trasponiamo tutto ciò in termini di tempo noteremo che l'operaio lavora in un anno rispettivamente: 787 ore per lo stato, altrettante per l'affitto, e solo 275 per se stesso. Ovvero in termini più comprensibili, all'operaio basterebbe lavorare nemmeno un ora al giorno. 

Ciò vale a dire che ogni mattina che ci alziamo e timbriamo il cartellino, solo la prima ora di lavoro è quella che realmente percepiamo come salario per soddisfare le nostre aspirazioni ed interessi ( cultura, viaggi, svago). 

Le restanti 7 ore le lavoriamo per lo stato, per le banche, per i padroni di casa e delle fabbriche, per il vaticano e per tutti i preti, per sostenere le guerre, per la cricca politica che dice di governarci... E' indubbio che nell'anno 2011 un sistema socio-economico basato su questi fondamenti non sia più sostenibile. 

E' ora di emancipare il lavoro dallo sfruttamento borghese, di sostituire alla società dei bisogni ( quella capitalista), la società della libertà, ovvero quella Comunista nella quale, come diceva Marx sarà possibile “ fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio a pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, e così, come mi viene voglia; senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico” . 

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