mercoledì 30 dicembre 2009

UN "CLN" CON PD E UDC: PER FARE COSA?

E' di questi giorni la notizia che Paolo Ferrero, segretario nazionale del PRC e portavoce della Federazione della Sinistra, abbia proposto un'alleanza a livello politico nazionale con PD e UDC al fine di sostenere un eventuale governo tecnico, o un'eventuale coalizione elettorale in caso di elezioni anticipate.
Gli obiettivi di tale accordo sarebbero sostanzialmente 3:


1. battere finalmente berlusconi.

2. votare il più in fretta possibile una legge sul conflitto di interessi.


3. dotare il paese di una legge elettorale proporzionale.


Apparte la discutibile alleanza con il PD ( partito che rappresenta oggi il fior fior del liberismo e della confindustria italiana) e con l'UDC ( rinominato da qualcuno Unione Dei Carcerati a causa delle proprie infiltrazioni mafiose), l'accordo rischia, in se per se , di non raggiungere nemmeno quegli scopi, seppur nobili nelle intenzioni, che Ferrero si propone. in quanto:

1. non è scontato che una nuova Armata Brancaleone, in vero stile Unione, possa realmente battere il Patto d'acciao formato da PDL e LEGA. Nel caso ci si riuscisse, checchè ne dica Ferrero, il Prc si ricomprometterebbe ugualmente in un governo anti-popolare, come fece al tempo con il governo Prodi.



2. Non si capisce come mai Casini ( al tempo alleato fedelissimo di Berlusconi), e soprattutto Bersani ( portavoce degli interessi di Collaninno e D'Alema), si dovrebbero mettere a votare una legge sul conflitto di interessi quando, questi ulitmi, sono stati per ben tre volte al governo e non lo hanno mai fatto.

si ricordi, inoltre, la complicità del PD nella recente approvazione dello scudo fiscale.


3. Non si può credere che il Pd, da sempre fautore del sistema bipartitico e ideatore, ad esempio in toscana, di una legge elettorale antidemocratica, possa voler rimettere mano al sistema elettorale maggioritario a favore di un'altro che lo penalizzerebbe.

Per quanto riguarda l'UDC, invece, crediamo che questo sia, nel suo piccolo, il partito che meglio ha interpretato il sistema elettorale bi-polare. E' l'unico partito, infatti, che conta di più adesso che ha solo il 4% che prima, poichè nella sua ambiguità e spregiudicatezza, si pone continuamente come stampella centrista di ambedue le coalizioni.

Un "CLN" con Casini e Barsani, oltre ad essere sbagliato in via startegica e di principio, si rivela fallimantare anche nella sua natura "opportunistica", sempre che questo opportunismo non significhi la mera acquisizione di poltrone per i vecchi dirigenti della sinistra riformista.

In questo caso allora, tutti gli scopi prefissi sarebbero raggiunti!

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