giovedì 10 novembre 2011

NON C'E' MAI FINE AL PEGGIO.


Se la notizia della disgregazione della maggioranza parlamentare del governo Berlusconi, uno dei più reazionari della storia repubblicana, ha suscitato per pochi minuti nell'opinione pubblica qualche nota di soddisfazione, la prospettiva che si delinea invece in queste ore, non può che lasciare spazio  alla più totale disperazione.

E' proprio il caso di dire che non c'è mai limite al peggio. Caduto infatti il  governo "dei nani e delle ballerine", il quale,  tra uno scandalo sessuale e l'altro,  ha concesso più di ogni altro all'offensiva padronale, cancellando lo statuto dei lavoratori, abolendo i diritti sindacali, ha smantellato definitivamente la scuola e la sanità pubblica, la grande borghesia  prepara subito l'instaurazione di un governo ancor peggiore del precedente : il governo Monti.


Ex membro della Commissione Europea, Mario Monti, nominato a tempo record senatore a vita da Napolitano, rappresenta infatti l'emanazione diretta degli interessi economici dei banchieri e delle grandi lobby finanziarie non solo europee ma anche internazionali. Gode infatti della fiducia incondizionata di Obama ( chissa perchè? ) del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea, della Confindustria,  del PDL del PD e dell'UDC. 

Anche le voci sui possibili ministri dell'imminente governo Monti sono a dir poco raccapriccianti: si parla di Ichino ministro del lavoro, dei due Letta ( zio e nipote uno PD e uno PDL ) alla vicepresidenza del consiglio, Saccomanni all'economia. Roba da far venire la pelle d'oca. 

Tecnicismi a parte, ciò che è palese è che ormai, e i signori del palazzo se ne sono accorti, la crisi capitalista è irreversibile e sta per trascinare nel baratro tutta la carretta dell'europa pseudo-democratica fondata sul Dio Euro. Per questo i banchieri "sacerdoti del tempio" , che tuttora si ingrassano sulla pelle dei lavoratori, tentano il tutto per tutto, prendendo a schiaffi la loro tanto sbandierata democrazia, imponendo agli stati i loro governi  e i loro dictat, al fine di depredarli delle ultime risorse economiche, auree ed ambientali.

Al nascente governo dittatoriale dei banchieri, sostenuto da tutte le forze politiche parlamentari, occorre contrapporre la prospettiva rivoluzionaria di un governo dei lavoratori, il quale stracci il programma della BCE e sviluppi la propria azione partendo da questi 5 punti: 

1. Rifiuto del pagamento del debito pubblico alle banche.

2. Nazionalizzazione delle banche e delle assicurazioni, e creazione di una sola banca pubblica controllata dai cittadini.

3. Istituzione del controllo operaio sulla produzione e autogestione delle fabbriche.

4. Nazionalizzazione dei grandi gruppi capitalistici dell'industria sotto il controllo operaio
.
5. Varare un grande piano di opere sociali di pubblica utilità per garantire un lavoro dignitoso a tutti i cittadini.

Solo questa prospettiva libererà il paese dalla dittatura delle banche e dei loro leccapiedi. Ogni altra ipotesi, sia di governo tecnico, che istituzionale, o di ritorno alle urne con questo meccanismo elettorale antidemocratico, non potrà che consegnare le vite di milioni di lavoratori, studenti e disoccupati nelle avide grinfie degli speculatori e delle banche strozzine. 

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