L'accordo raggiunto da Susanna Camusso con Confindustria, CISL,UIL è inaccettabile, sindacalmente e politicamente.
Dal punto di vista sindacale, nega il principio elementare del potere decisionale dei lavoratori sulle piattaforme e gli accordi che li riguardano, oltre ad allargare la derogabilità del contratto nazionale e ad accettare limiti al diritto di sciopero. La soddisfazione di Confindustria misura la natura dell'accordo.
Il titolo di “Sole 24 Ore” - “Così si completa la svolta del 2009”- registra la pura verità: la Cgil ritorna all'ovile. Dal punto di vista politico, l'accordo è se possibile persino peggio. Da un lato regala di fatto una sponda a un governo reazionario, delegittimato, e in gravi difficoltà, motivando le congratulazioni di Sacconi. Dall'altro, e soprattutto, investe nel futuro possibile governo di Centrosinistra: prefigurando quel quadro “normalizzato” di relazioni industriali e sociali che è necessario per consentire le politiche annunciate di “lacrime e sangue” dettate da banchieri e Confindustria. E di cui il PD è interprete sperimentato.
Colpisce il silenzio di Nichi Vendola sull'accordo Camusso Marcegaglia. La sua candidatura a premier del centrosinistra già lo subordina alla concertazione.
Di certo la battaglia contro l'accordo annunciata da Fiom e minoranza Cgil, avrà il pieno sostegno del PCL e dei suoi militanti, in ogni sede.
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