Il 10 Novembre 2010, per mezzo di un comunicato stampa, denunciammo le gravi irregolarità nelle procedure di smaltimento di amianto sull'area della “ex PLP” a Granaiolo, effettuate dalla ditta Teseco per conto di Publiambente, società partecipata a capitale misto pubblico-privato e proprietaria dell'area.
Oggi, 8 Marzo 2011 apprendiamo che l'ARPAT ( Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana ) ha finalmente appurato che ci sia stata in quella occasione una combustione illecita di “rifiuti pericolosi”.
E' evidente che in questo caso i responsabili debbano pagare, e che i cittadini della zona debbano essere adeguatamente risarciti per il danno ricevuto.
Tutto ciò però non è sufficiente. Per scongiurare prossimi eventuali disastri ambientali occorre che la gestione dei settori fondamentali per la nostra società ( ambiente, salute e gestione dei rifiuti in primis) siano strappate dalle grinfie delle ditte private e delle S.P.A. le quali, per loro natura e vocazione, non tutelano l'interesse primario del cittadino ma il loro proprio utile.
Anche i Comuni, che in molti casi partecipano ai capitali di queste aziende ( è il caso di Publiambiente ), molte volte sono più attenti a vigilare sui dividendi azionari a fine anno, che sull'operato delle aziende stesse.
Pertanto chiediamo che si creino in ogni comune dell'Empolese – val d'Elsa, dei comitati di vigilanza , formati da lavoratori e cittadini, con l'obiettivo di controllare l'operato dei Comuni e dei privati che operano nel settore dell'ambiente e che si avvii, di conseguenza, un percorso partecipato e serio per la completa ri-pubblicizzazione di Publiambiente .
Tutto questo perché la salute di tutti vale più dei profitti di pochi.
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