lunedì 7 giugno 2010

CONTRO LA CRISI E LA FINANZIARIA DEL GOVERNO COSTRUIAMO L'UNITA' DEI LAVORATORI

La crisi morde e il governo dopo averla a lungo nascosta oggi se la prende con i servizi sociali e i lavoratori pubblici. Chi non ha mai pagato continua a non farlo con l'ennesimo condono, quello edilizio. Le banche e gli speculatori, responsabili della crisi finanziaria, dormono sonni tranquilli e dopo essere stati salvati dai governi europei con i soldi della classe lavoratrice, danno di nuovo l'assalto alla finanza internazionale.
La Grecia brucia e ci parla anche di noi. Sacrosanta e necessaria la manifestazione di oggi contro una finanziaria che attacca pesantemente il salario dei lavoratori pubblici già colpiti da precarietà e abbassamento dei diritti, che continua il massacro della scuola con il taglio di altre decine di migliaia di insegnanti e cala la scure sui servizi sociali, in molti casi vero e proprio salario indiretto per i lavoratori, che taglia drasticamente i trasferimenti agli enti locali.
Un anticipo del federalismo in salsa leghista, con gli enti locali ridotti -ancor più che in passato- ad esosi gabellieri dello Stato centrale contro i lavoratori. Insomma una finanziaria di classe, di banchieri, padronato e destre che, per giunta, incassa la disponibilità collaborativa del PD. Quale la risposta della classe lavoratrice? Questa manifestazione è un passo che deve necessariamente prendere la giusta direzione.
É necessario favorire l'unità di tutti i lavoratori e suscitare la loro combattività a partire da ogni vertenza particolare fino alla costruzione di una vertenza generale del mondo del lavoro, del precariato, degli studenti, dei territori, che sfoci in una mobilitazione prolungata che combini lo sciopero generale, l’occupazione delle aziende in crisi, l’occupazione delle scuole e delle università, la mobilitazione nei territori. Occorre sbaragliare la “complicità” delle burocrazie sindacali confederali senza ripiegare su alcuna autoreferenzialità e autocompiacimento.
Naturalmente il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce ad ogni mobilitazione dei lavoratori contro le politiche antisociali del governo così come ad ogni sciopero, per quanto sminuito nell'impatto sociale e nella sua valenza politica. É il caso dello “sciopericchio” di 4 ore proclamato dalla CGIL per il prossimo 25 giugno.
Ancora con maggiore determinazione, pertanto, il PCL chiede a tutte le sinistre politiche e sindacali di unire le proprie forze in uno sciopero generale vero, a carattere prolungato, sino al ritiro della manovra: uno sciopero combinato con l’assedio di massa di Governo e Parlamento.
Non lasciamo in pace la burocrazia di una CGIL volutamente votata alla disfatta, e dopo il giusto sciopero generale del 14 giugno indetto dal sindacalismo di base e di classe, scioperiamo anche il 25 chiedendo ai lavoratori di non rientrare al lavoro dopo sole quattro ore ma di continuare a presidiare le piazze d'Italia. Sarebbe l'inizio di un'autentica prova di forza che muovendo tutte le energie del mondo del lavoro, del precariato, dei disoccupati, dei giovani, dei migranti formi uno schieramento in grado di contrastare e sconfiggere le politiche borghesi di centro-destra e di centro-sinistra, di battere le logiche concertative delle burocrazie sindacali.
A tal fine il PCL ritiene necessario che tutte le organizzazioni sindacali e politiche della sinistra uniscano le forze per costruire un'assemblea nazionale di delegati che discuta una piattaforma di rivendicazioni unificanti e le forme di lotta necessarie.

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