La morte dei soldati italiani in Afghanistan chiama in causa ancora una volta il governo italiano e tutte le forze politiche che sostengono la missione di guerra. Ogni ipocrisia è da tempo caduta. Le truppe italiane e occidentali in Afghanistan partecipano ad una guerra di occupazione, che ha come oggetto la spartizione delle zone di influenza in Centro Asia. Nel nome della “democrazia”, sostengono un governo fantoccio, privo persino di ogni formale legittimità, basato sulla pratica dei brogli e della corruzione. Un governo che si regge sull’arbitrio poliziesco, come ha dimostrato la vicenda di Emergency; e che giunge a legittimare il diritto di stupro contro le donne pur di compiacere i clan tribali che lo sostengono. Le forze italiane di governo e di “opposizione” che oggi “piangono” i caduti, sono le stesse che li hanno mandati a morire nel nome di Karzai, spendendo fior di miliardi pubblici pagati dai lavoratori per una guerra coloniale: sono dunque i veri responsabili, politici e morali, dell’accaduto. Il PCL, unico partito della sinistra italiana a non aver mai votato questa guerra, chiede una volta di più il ritiro immediato delle truppe. E il rilancio di una mobilitazione unitaria di tutte le sinistre attorno a questo obiettivo elementare.
Nessun commento:
Posta un commento