Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano- quale supremo garante delle banche e dei capitalisti- ha cercato di convincere milioni di lavoratori che gli intollerabili sacrifici imposti da Monti e dalla BCE assicureranno loro un futuro migliore. E che quindi vanno subiti in silenzio.
Disgraziatamente è lo stesso messaggio a reti unificate che ogni giorno i lavoratori si sentono propinare da trentanni e che li ha condotti all'attuale catastrofe sociale. La verità è che Napolitano cerca di sorreggere col proprio falso “prestigio” di salvatore della patria il governo della Confindustria e delle banche: un governo condannato alla caduta di consenso, sullo sfondo di una crisi senza sbocco.
Disobbedire all'appello presidenziale alla rassegnazione sociale, ritrovare la fiducia nella propria forza, ribellarsi alla dittatura degli industriali e dei banchieri, è la condizione decisiva perchè il mondo del lavoro possa risalire la china e costruire un'altra società e un altro futuro.
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