La carneficina sociale predisposta dal governo dei banchieri non può essere oggetto di negoziato. Non si tratta di mendicare al tavolo di Monti la foglia di fico di qualche elemosina “umanitaria”, come vorrebbero Camusso, Bonanni, Angeletti.
Si tratta di rovesciare il tavolo. Non basta l'odierno sciopero di testimonianza di sole tre ore, con la presenza degli esponenti locali di quei partiti che in parlamento sostengono l'attuale governo, per fermare questa manovra iniqua e scellerata.
Occorre una prova di forza di massa, a carattere continuativo, capace di imporre il ritiro della manovra e le dimissioni del governo. Non si invochi lo spettro della possibile “catastrofe” economica per chiedere ai lavoratori la resa. La catastrofe c'è oggi, nelle condizioni quotidiane di milioni di lavoratori, giovani, pensionati, condannati alla disperazione dalle leggi folli di un capitalismo fallito. Solo un governo dei lavoratori che rovesci la dittatura del capitale finanziario può liberare la società dalla catastrofe.
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