E' fisiologico che il governo, mentre da un lato si appresta a ratificare la libertà di licenziamento, la svendita totale del patrimonio e dei servizi pubblici, dall'altro abbia già iniziato a varare misure antidemocratiche per reprimere il dissenso che sta montando all'interno dei ceti popolari.
Anche queste misure, i divieti a manifestare, le cariche poliziesche, le schedature di massa e l'invito alla delazione, già sperimentate nei mesi scorsi contro i cortei operai e messe in campo oggi contro gli studenti romani, sono a tutti gli effetti misure anti-crisi.
Il punto è che la crisi capitalista è irreversibile, che gli enormi costi di questa crisi, i capitalisti e i padroni, li vogliono far pagare ai proletari, ma questi proletari, lavoratori e studenti, non vogliono pagarli.
Questa è la realtà dei fatti e le cose non cambieranno neanche quando al governo ci sarà Bersani o chi per lui, i riformisti vari se ne facciano una ragione.
Dalla crisi capitalista non si esce se non abolendo il capitalismo stesso. L'unica alternativa è il socialismo!
Dalla crisi capitalista non si esce se non abolendo il capitalismo stesso. L'unica alternativa è il socialismo!
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