lunedì 9 maggio 2011

FIRENZE: CONTESTATO FRATTINI, MINISTRO DI GUERRA.


Il Partito Comunista dei Lavoratori è stato fra i protagonisti della contestazione di Frattini avvenuta oggi a Firenze. In testa al corteo uno striscione rosso con scritto: “No al governo di guerra contro ogni repressione, via Frattini da Firenze”. E’ stata anche l’occasione per urlare “Liberi tutti”, con riferimento ai recenti arresti e denunce nei confronti di studenti universitari, avvenuti in città.

Dure contestazioni anche contro lo stesso Festival dell’Europa, al quale partecipano i rappresentanti della Commissione Europea, cioè coloro che, in base al Trattato di Lisbona, sono i veri “padroni” dell’Europa. Vogliamo ricordare in che cosa consiste questo Trattato.

Il Trattato di Lisbona è un insieme di regole, che hanno validità per i Paesi membri dell’Unione Europea, caratterizzato da migliaia di emendamenti, che ne fatto un testo di circa 2800 pagine.

L’intento è quello di formare degli Stati Uniti d’Europa, sul modello americano; quindi avremo una Costituzione Europea, un Governo Europeo, un Parlamento Europeo, e ovviamente una Presidenza Europea.

Questo atto è il colpo definitivo alle sovranità nazionali; tutti noi diventeremo cittadini di questo maxi-stato, senza che nessuno, e qui si capisce la grande truffa, ci abbia interpellato, attraverso gli strumenti (es. referendum) di uno Stato di diritto. La ragione per cui i cittadini europei non sono stati interpellati la possiamo rintracciare in una dichiarazione del parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde : “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”. Oppure del “nostro” Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile, poiché così non sarebbe stato costituzionale…..Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo (rispetto alla Costituzione bocciata nel 2005)”

In Italia, il Parlamento ha ratificato, all’unanimità, il Trattato l’8 agosto del 2008. Con l’entusiastica approvazione del Presidente della Repubblica, Napolitano: «L'approvazione unanime della legge di ratifica del Trattato di Lisbona rappresenta un titolo d'onore per il Parlamento italiano e un fattore di rinnovato prestigio per il ruolo europeo del nostro paese. Sono lieto che governo, maggioranza e opposizione abbiano saputo dar prova di una comunanza di vedute e di prospettive su un terreno cruciale per l'avvenire del paese».

Questo Trattato conferisce poteri enormi alle istituzioni comunitarie, le leggi verranno fatte, non dagli organi elettivi (come potrebbe essere il Parlamento),ma dalle Commissioni, gruppi di burocrati (l’Italia sarebbe rappresentata da una certa “Commissione 133”), di cui nessuno sa nulla.

La truffa continua: i membri del Parlamento (da noi votati) non potranno, né proporre leggi e né bocciarle, ma potranno (i potentati europei si prendono proprio gioco di noi!) contestarle con procedure talmente complesse, da far cadere la contestazione sul nascere.

La Corte di Giustizia, che metterà in catene gli Stati con sentenze vincolanti, avrà il potere di far entrare in guerra l’Europa senza il voto dell’ONU; la cosa è seria, dato che il meccanismo delle privatizzazioni, ha ridotto le forze armate, a società per azioni.

Questi poteri sono rivolti a soddisfare le lobby comunitarie, con particolare attenzione a quelle franco-tedesche, e quindi a creare un blocco imperialistico che possa reggere lo scontro, con il ‘’decadente’’ imperialismo yankee; le conseguenze di tutto ciò, per chi conduce una esistenza ‘’normale’’, saranno devastanti: l’attenzione rivolta ai diritti sociali (e che cosa ci dovevamo aspettare!) è praticamente nulla.

Tutte le forze anticapitalistiche - perché questo è un crimine del capitalismo! – devono prendere di petto la questione, muovendo la cittadinanza attiva, e obbligando i tecnocratici che ricattano le nostre esistenze, a fare marcia indietro e ritirarsi.

Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene che anche la lotta contro questa vera e propria dittatura borghese,

sia un ulteriore importante motivo che giustifica l’appello a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, a favore di una svolta di lotta, unitaria e radicale: una svolta impossibile senza rompere ogni compromissione col PD e con tutti i portavoce “democratici” degli industriali e dei banchieri.

Il PCL combatte l’attuale “Unione Europea”, e rivendica la prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d’Europa, quale unica vera alternativa su scala continentale.

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