sabato 24 aprile 2010

25 APRILE: NON E' L'ITALIA CHE VOLEVANO I PARTIGIANI


Oggi celebriamo la ricorrenza di una grande lotta di popolo, la lotta dei partigiani che non solo hanno combattuto l'oppressione fascista ma volevano anche costruire un paese migliore e più giusto: una vera svolta rispetto agli assetti sociali ed istituzionali della monarchia liberale che aveva partorito il fascismo quale reazione alle lotte operaie dei primi anni '20

Nella grande operazione di revisionismo storico, che destra e sinistra stanno portando avanti da almeno due decenni, si vuole rimuovere uno degli elementi fondamentali della resistenza: la lotta di classe, fattore contrastante ogni ipotesi di pacificazione nazionale. Si nasconde che furono le classi dirigenti e padronali a sostenere e a volere l'affermazione del regime mussoliniano.

Per i lavoratori e le lavoratrici i nemici di ieri sono quelli di oggi: la grande borghesia industriale e finanziaria, che oggi vuole imporre nuovi sacrifici per salvare i propri profitti. Ma l'offensiva non è solo sul piano sociale e sindacale: in queste settimane il governo Berlusconi ed il suo partito, entrambi pieni di ex fascisti e non ex razzisti, hanno lanciato l'ennesimo attacco agli equilibri istituzionali proponendo una nuova svolta autoritaria fatta di presidenzialismo che permetta all'uomo di Arcore di godere di poteri assoluti e piena immunità permanente.

Intanto la Lega, utilizzando il proprio insediamento negli enti locali, colpisce i diritti sociali e lo stesso sistema del welfare state negando mense, scuolabus e altri servizi ai bambini – stranieri ma non solo – provenienti da famiglie in difficoltà economiche.

Dall'altra parte l'opposizione del Pd e dei suoi alleati – compresi Prc e Pdci - è ridicola se non inesistente. Ma che pretendere da un Partito Democratico che non si richiama più ai valori dell'antifascismo, tanto che omette di contemplare la Resistenza tra i propri principi fondativi e, anzi, propone proprio alla destra di cambiare insieme la Costituzione e di ricontrattare le libertà democratiche.

PER UNA NUOVA STAGIONE DI LOTTA DI CLASSE
PER SCONFIGGERE BERLUSCONI E IL PADRONATO

Solo una ripresa del conflitto di classe, in primis nei luoghi di lavoro, può cambiare le cose ed invertire la rotta politica del paese. Solo una risposta all'altezza dell'attacco padronale può fermare la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, dalla Fiat alle piccole e medie industrie, così come nel settore pubblico drasticamente colpito dal Governo Berlusconi e dal “mastino tascabile” Brunetta.

Oggi non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale.
Per questo è indispensabile ricostruire la sinistra di classe nel nostro paese, una sinistra coerente che non tradisca il proprio popolo.
Per questo occorre costruire il Partito Comunista di Lavoratori.

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