La vicenda della crisi del MPS è una svolta cruciale. Dopo aver incassato dal governo Monti 4 miliardi di euro tondi tondi, in pratica tutto il gettito dell'IMU sulla prima casa, e tutte svariate regalie fatte dal governo Berlusconi e dagli amici del PD, si scopre in questi giorni che il buco di bilancio del gruppo MPS è mostruoso.
Per troppi anni le perdite, infatti, sono state tolte dai bilanci, e reimmesse nel mercato sotto forma di titoli derivati.
Questa operazione truffaldina, coperta da tutti i governi di sinistra, centro e di destra, ha portato oggi ad una situazione disastrosa. I 4.9 miliardi di euro già annunciati dal governo, ennesimo regalo pagato dai contribuenti e dalle buste paga dei lavoratori, non servirà a salvare la banca da una crisi che perdura da decenni.
L'unica alternativa credibile, per tutelare i piccoli risparmiatori e i lavoratori del gruppo MPS è la nazionalizzazione della banca.
Lo stato non può limitarsi ad elargire denaro pubblico al fine di garantire i profitti dei banchieri facendo ricadere gli oneri sui salari e sulle pensioni. Lo stato deve espropriare tutto il patrimonio della MPS e porre la banca sotto il controllo popolare.
Questa rivendicazione, mai attuale come oggi, insieme all'abolizione del debito pubblico, è da sempre alla base del nostro programma politico ed è, a maggior ragione oggi, punto centrale del nostro programma elettorale.
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