Il 30 Marzo 2004 il
parlamento italiano votò con l'appoggio di quasi tutti i gruppi
parlamentari la proposta di legge, firmata da esponenti di AN-UDC e
ULIVO, che istituisce nel giorno 10 febbraio la giornata del ricordo.
Con l'istituzione di
questa giornata, si legge nel testo della legge, “la repubblica
italiana vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro
terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e
della più complessa vicenda del confine orientale.”
Tutto ciò, come ci
spiegano ormai da anni i vari Violante coadiuvati di vari storici
cialtroni come Pansa, al fine di costruire nel paese una “memoria
condivisa”.
Ma come si può,
realmente costruire una “memoria condivisa” rispetto a dei fatti
storici oggettivi?
Gli eventi storici,
checché ne dicano i suddetti, sono esistiti e continuano ad esistere
indipendentemente dal fatto che uno o più parti politiche ne
condividano o meno la lettura.
Costruire una memoria
condivisa vuol dire quindi, sedersi a un tavolo e riscrivere, magari
a quattro mani, la storia a proprio uso e consumo.